Parlano Carra, Minotti e Scala e svelano il progetto gialloblù.
Prosegue l’ondata di entusiasmo, e l’attenzione mediatica, che circonda la nuova avventura del Parma 1913. Se il progetto del nuovo corso crociato aveva già attirato l’interesse di tv e giornali al momento dell’iscrizione, le dirette televisive delle partite e l’inizio-sprint con 4 vittorie su 4 partite ha rinnovato la popolarità della società, oltre che incrinato la prudenza degli stessi dirigenti. Così, non potendo ancora trasformare in personaggi giocatori che restano di Serie D, con rispetto parlando, o al massimo di Lega Pro, ecco che i fari si concentrano interamente su chi sta in panchina, o dietro la scrivania. Dopo le parole del vice-presidente Ferrari, che aveva parlato (con prudenza…) della volontà di raggiungere la Serie B entro tre anni, presso la redazione del Corriere dello Sport sono stati ospiti il d.g. Luca Carra, il presidente Scala e il responsabile dell’area tecnica Lorenzo Minotti, senza più nascondere le ambizioni.
“Tornare a lavorare per il Parma è una forte emozione, le responsabilità sono tante, ma non vogliamo deludere la piazza – ha detto Minotti – L’ambizione è quella di riportare il club nel calcio importante, ci sono potenzialità e volontà per farlo in fretta. Nell’allestimento della squadra mi ha aiutato molto il direttore sportivo Galassi, che lo scorso anno era al San Marino”. Quindi, un dettaglio gustoso sugli ingaggi: “I giocatori più pagati sono Lucarrelli, Miglietta, Cacioli, Musetti e Longobardi (e probabilmente Guazzo, ndr), ma le cifre non sono neppure lontanamente paragonabili a quelle della Serie A”.
A proposito di retroscena, Scala racconta il momento in cui è stato coinvolto nel progetto: