Carrellata sui tanti allenatori big. Non solo Apolloni…

apolloni-600x400La carica dei volti noti. Quanti appassionati di calcio da un ventennio o anche più non hanno saputo resistere alla tentazione di scorrere almeno una volta, magari a inizio stagione, i tabellini delle partite di Serie D per vedere se tra gli allenatori non ci fossero vecchie conoscenze del pallone di una volta? Esercizio-amarcord più che mai proficuo, anche se negli ultimi anni, con la gavetta sempre più corta, il contingente si sta assottigliando. Ma qualcosa di interessante si trova sempre, e in questo senso il Girone D ha pochi eguali, potendo permettersi di presentare in lista di partenza ben due allenatori con un passato in Nazionale, e capaci di mettere insieme quasi 500 partite in Serie A. Il primo e più illustre caso è ovviamente quello di Luigi Apolloni, che come noto è andato oltre, disputando addirittura una finale Mondiale: 17 luglio 1994, il rosso di Frascati subentra all’infortunato Roberto Mussi al 34‘, rimanendo in campo fino alla fine della soporifera sfida di Pasadena, ma ovviamente senza tirare i rigori.

Fu quella la 4^ delle 15 presenze totali in azzurro di Apolloni, che sarebbe rimasto al Parma fino al 199 vincendo ben 7 trofei, per poi chiudere la carriera al Verona. Da tecnico, esperienze con il Modena, nella gestione Amadei, e Gubbio in B, Reggiana in Pro, e una breve toccata e fuga a Grosseto (difficile sperare in meglio con Camilli…), prima di rientrare nella galassia-Parma sedendosi sulla panchina del Nova Gorica, società satellite nella gestione Ghirardi. Il noto terremoto che ha travolto i crociati ha poi portato Apolloni a un passo dalla firma con il Lentigione, chiamato dallo stesso Amadei, ma il richiamo del Parma fece saltare tutto. Ubi maior, si dice, ma la figura non è stata ottimale. Più convenzionale il percorso di Fabio Bazzani, debuttante assoluto sulla panchina del Mezzolara, club alle porte di Bologna dove l’ex centravanti di Arezzo, Perugia e Sampdoria, 38 anni e 3 presenze in Nazionale nella gestione Trapattoni, ha giocato gli ultimi 5 anni di una carriera lunghissima e prestigiosa. Passaggio inevitabile, giusto per capire se la carriera di tecnico è quella che fa al caso dell’ex gemello di Francesco Flachi. La squadra non sembra tarata per i primi posti, ma è immaginabile che il club ci penserà un po’ di più prima, eventualmente, di far saltare la panchina. Ma i tecnici con un passato illustre nel girone ce ne sono anche altri. Come Massimo Gadda, milanese di nascita, ma ormai romagnolo-marchigiano d’adozione: bandiera dell’Ancona di Guerini, quella della prima promozione in A e della semifinale di Coppa Italia, e poi del Ravenna, in attesa di cimentarsi un giorno sulla panchina dorica (Cornacchini tocca ferro…), dopo lo stesso Ravenna, Giacomense, Fano e Spal tra i pro, ecco la discesa al Forlì, vera corazzata alternativa al Parma.

Al Morgagni, congedato Richard Vanigli, sono ancora imbufaliti per il mancato ripescaggio (caso Teramo & c.), la rosa è di alto livello, e il posto ai playoff è imperativo: logico puntare su una guida sicura. Non meno ambiziosa è un’altra decaduta come il San Marino, che si è affidato a Pippo Medri, 44 anni, cesenate, nessuna presenza in A, ma oltre 150 gettoni in B con Cesena, Pistoiese, Cagliari, Ternana e Triestina. E se c’è già chi ha cambiato tecnico prima del via, come la Fortis Juventus (via Vannini dentro l’ex Grosseto Venturi), il Bellaria si è affidato a Gabriele Morganti (45 gettoni in A con Catanzaro e Cesena, tanta Serie C da tecnico con Chieti e L’Aquila, tra le altre), mentre l’Altovicentino ha scelto per il dopo-Zanin Mauro Zironelli, ex centrocampista anni ’90 di Fiorentina e Vicenza, nome in codice Robocop per i tanti infortuni avuti in carriera. Meno ambiziosi i piani della Ribelle: a Castiglione hanno puntato su Mauro Antonioli, ex centrocampista di Rimini e Mantova, ma soprattutto Chievo, di cui fu una colonna a metà anni ’90 tra C e B. Quando battere 4-0 la Lazio era solo un’illusione…

Davide Martini