Analisi del girone d’andata nel raggruppamento dominato dal Parma.
E adesso? La cosa più bella, ma pure un pizzico sadica, sarebbe stato vedere le facce di Mauro Zironelli e Massimo Gadda al momento dell’ufficializzazione dell’inserimento del Parma nel girone D della Serie D? E noi cosa ci stiamo a fare? Per cosa lavoreremo quest’anno? Sospetto che ha trovato conferma nell’andamento del raggruppamento: crociati in volo, e Altovicentino e Forlì costrette ad accontentarsi della lotta per il primo posto dei “terrestri”, con il San Marino terzo incomodo. La logica avrebbe voluto altro, o lo spostamento del Parma nel girone delle lombarde, o quello delle due concorrenti in quello con le altre venete.
Ne è uscito un ibrido che ha finito per accontentare solo i padroni del vecchio Ducato: Piacenza virtualmente già in Lega Pro, grazie a numeri ancora migliori di quelli del Parma nel girone B, e la squadra di Apolloni a ruota. Con tanti saluti alle formazioni che in estate sognavano una stagione da protagoniste, e trovatesi a fare da damigelle. I percorsi sono stati diversi, l’Altovicentino semi-corazzata annunciata, e il Forlì arresosi solo dopo mille ricorsi alla retrocessione in D, ma l’esito è identico: dietro al Parma ci sono 4 squadre in 5 punti, che sembrano destinate a spartirsi i posti ai playoff. La cui utilità è ancora tutta da discutere.
Proprio il Rovigo del capocannoniere Manuel Pera (15 gol) è stata una delle 13 squadre del girone che si sono affidate al cambio di allenatore in corsa, e anche una delle poche ad averne tratto beneficio: l’avvento di Vito Antonelli al posto di Massimo Bagatti, arrivato in estate tra mille aspettative, ha fatto cambiare marcia alla squadra, così come successo all’Imolese con Guido Pagliuca al posto di Attilio Bardi: i rossoblù sembrano gli unici possibili outsider per la zona playoff, forti anche del fresco acquisto di Riccardo Pasi, trequartista ex Cremonese e Bologna (6 presenze in B nello scorso campionato).
Sono 11 i tecnici rimasti (per ora) al proprio posto: i primi della classe Apolloni, Zironelli e Gadda, poi Medri (San Marino), Antonioli (Ribelle), Chezzi (Virtus Castelfranco), Protti (Sammaurese), Orecchia Legnago), Zattarin (Lentigione), Frutti (Villafranca), Rossi (Romagna Centro) e Bazzani (Mezzolara). Trattasi comunque di un numero esorbitante di esoneri sulle 20 partecipanti, che traduce un nervosismo e un’impazienza dei presidenti forse indotta proprio dalla presenza del Parma, che ha deformato le aspettative di parecchie squadre.
Constatato che il mercato di dicembre non ha cambiato gli equilibri del girone, in attesa di capire cosa accadrà a gennaio, è lecito chiedersi a cosa interessarsi nel girone di ritorno. Alla lotta salvezza, ovviamente, per la quale sono ancora in corsa anche Bellaria e Clodiense, nonostante numeri sconfortanti: 8 e 4 punti, e tre allenatori cambiati. Tra retrocessione diretta e playout, quasi mezzo campionato è coinvolto, comprese squadre come il Lentigione, partito a razzo prima di subire una pericolosa inchiodata, e la Correggese, ex grande, pure essa travolta dal male della panchina, con un esonero e le recenti, clamorose, dimissioni di Nicola Campedelli causa “intromissioni” del presidente.
E compreso il Mezzolara di Fabio Bazzani, la squadra più giovane della categoria insieme al Bellaria, peggior attacco del campionato, ma nona miglior difesa, nonché protagonista del mercato di dicembre e prima squadra in stagione capace di fermare il Parma (le altre sono state Forlì e Imolese al Tardini, e Castelfranco in trasferta). Almeno a Budrio, la presenza dei crociati non ha creato problemi.
Davide Martini