Fatture false per finanziare la squadra di calcio. Lui si difende: “Nulla da temere”.

Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia

Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia

Creare illecite provviste finanziarie per foraggiare il Perugia Calcio. È questa l’ipotesi su cui sta lavorando la Procura di Rieti, nell’inchiesta che vede indagato per reati fiscali il presidente del club perugino Massimiliano Santopadre, 47 anni, originario di Roma. Oltre ad essere il patron del Perugia, Santopadre è il proprietario del noto marchio di abbigliamento «Frankie Garage», sponsor della squadra di serie B.

Mercoledi gli uomini del Nucleo di polizia tributaria di Roma della Guardia di Finanza, al comando del colonnello Paolo Compagnone e coordinati dal colonnello Carlo Tomassini, hanno effettuato una serie di perquisizioni nella Capitale, nel capoluogo umbro e a Latina. Sono stati sequestrati documenti contabili e societari anche nella sede del Perugia.

Santopadre, avvalendosi della collaborazione di due consulenti, Claudio Proietti e Lino Sarallo (anche loro iscritti nel registro degli indagati), ha creato un gruppo di società operanti nel settore del commercio di abbigliamento all’ingrosso e al dettaglio: Akim spa, Consorzio Irl Group, Irl Group srl e Crew srl, tutte collegate al marchio «Frankie Garage». A capo di alcune di queste società sarebbero state messe due «teste di legno», Salvatore Tarallo e Federica Battisti (anche loro destinatari degli avvisi di garanzia).

Secondo quanto emerso finora nell’indagine del sostituto procuratore Lorenzo Francia, tali società avrebbero emesso tra loro fatture false per un totale di 90 milioni di euro, al fine di ottenere indebiti vantaggi fiscali. Per alcuni anni non hanno nemmeno presentato la dichiarazioni dei redditi. Inoltre, avrebbero effettuato compensazioni di oneri fiscali e contributivi. L’obiettivo – è l’ipotesi su cui sta lavorando la Procura reatina – sarebbe stato quello di creare risorse finanziare da convogliare sul Perugia. Soldi che potrebbero essere stati utilizzati per comprare nuovi calciatori. In effetti, dagli accertamenti svolti dalla Finanza, è risultato che, tra il 2012 e il 2014, dalla Akim spa (proprietaria di alcune quote del club calcistico) sono partiti bonifici per 4 milioni di euro verso A.C. Perugia Calcio srl. Poi la Akim ha ceduto le sue quote alla New Parker, attuale socio unico del club, società riconducibile sempre a Santopadre.

Il patron della squadra perugina, i suoi due consulenti e le due «teste di legno» sono indagati, a seconda delle posizioni, per occultamento e distruzione di scritture contabili, emissione o utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali e indebite compensazioni. Tali reati sarebbero stati commessi dal 2011 al 2015.

fonte: iltempo.it


Nel frattempo Santopadre parla a UmbriaTV: “Si tratta di ispezioni che la Gdf ha svolto nelle mie aziende, compreso il Perugia calcio dove non è stato riscontrato nulla. Le società intestate alle persone citate sono state cedute agli attuali titolari e non ho nulla da temere, i 90 milioni riportati dall’articolo de “Il Tempo” sono il totale dei fatturati (e dunque regolarmente risultati dai bilanci) degli ultimi anni dell’azienda e non certo fatture false. A maggior ragione non ci sono legami tra questa vicenda e il mercato e qualsiasi movimento finanziario del Perugia.

La mia vicenda è una di quelle normalissime che di certo non meriterebbero l’evidenza dei giornali, ma essendo io personaggio pubblico, come sempre, si è verificata un amplificazione straordinaria. Ai tifosi dico sempre di continuare a fare quello che hanno fatto fino ad oggi, niente cambia nei programmi del Perugia che ha davanti a se impegni importanti ed è un’azienda modello. Nessun timore se non quello di non perdere tempo e denaro in lunghe vicende legali che potrebbero concludersi anche fra qualche anno”.