Una storia incredibile (e con lieto fine) la sua.

Matt Lampson (foto dal web)

Matt Lampson (foto dal web)

“Il calcio mi ha dato una spinta, è stato qualcosa per cui guardare avanti, oltre le terapie a cui mi sottoponevo per combattere il cancro. Essenzialmente è stato come un gol per me tornare in campo e non avevo certo previsto di tornare a giocare da professionista di nuovo”. Quella di Matt Lampson è una storia a lieto fine. Portiere dei Chicago Fire, si definisce un ‘sopravvissuto’ dopo aver combattuto e sconfitto il cancro. Si è raccontato in esclusiva ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com, ha spiegato come ha lottato, come adesso con la sua fondazione aiuta i malati e le loro famiglie a non perdere la speranza e di come il calcio gli ha dato la forza di non arrendersi: “L’amore per questo gioco e il desiderio di tornare in campo non mi hanno mai lasciato. Anzi, mi hanno aiutato a tornare in scena, come sono adesso”.

Presidente della LampStrong, che opera negli Stati Uniti e in Canada, il mese scorso è stato premiato dalla MLS per il suo impegno umanitario: “Appena sono tornato a giocare tra i professionisti ho pensato che questa potesse essere una buona piattaforma per raggiungere più persone possibili: è così che è nata la LampStrong – ha spiegato ai nostri microfoni -. Ho cercato di raggiungere il maggior numero di persone possibile, di cambiare più vite, di ispirare il più possibile e sostanzialmente quello che volevo fare era dare speranza ai malati di cancro durante il periodo della chemioterapia e della radioterapia che è davvero duro. Mostrare loro che possono realizzare qualsiasi cosa. Gli ho sempre detto che avrebbero dovuto usare la loro seconda opportunità di vivere per poi tornare a fare davvero la differenza”.

Lui ce l’ha fatta, e nel mondo del calcio non è l’unico ad aver sconfitto il cancro. In Italia, fu Francesco Acerbi a sconfiggere un tumore e poi a tornare in campo. Una storia, questa, di cui anche Lampson ha sentito parlare, fino a definire lo stesso Acerbi “un grande modello. Penso sia incredibile che stia anche giocando in Serie A. Ha vissuto una situazione difficile e credo che questo mostri quanto lui apprezzi la vita, le cose che ama e ciò che veramente voleva era tornare in campo, per questo credo che lui sia un uomo incredibile. Ti avvilisce, il cancro lo fa, e lui è stato fortunato a non aver perso troppo tempo. Io sono stato via per diverso tempo, ma spero che lui stia facendo del suo meglio per condividere la sua storia con il maggior numero di persone possibili in Italia”.

Nonostante la lontananza, Lampson segue la Serie A: “So sempre cosa succede. Ho anche giocato con Federico Higuain (nei Columbus Crew, n.d.r.), il fratello di Gonzalo che è stato un giocatore eccellente per il Napoli”. E a proposito di portieri ha speso qualche parola anche su Gigi Buffon, per il quale proprio oggi ricorre l’anniversario dei 21 anni dal suo esordio in Serie A, in un Parma-Milan del ’95: “E’ difficile dire se Buffon sia il miglior portiere della storia, ce ne sono stati tanti di grandi. L’Italia ha avuto anche il fantastico Zoff. Poi Oliver Kahn è anche di quel livello per me, come