Diamo un’occhiata alle edizioni precedenti a Russia 2018, per vedere chi sono le meteore del nostro campionato che, nonostante tutto, sono riuscite ad essere parte della competizione calcistica più importante.

Il Mondiale del 2010, il Mondiale delle Furie Rosse. La Spagna di Del Bosque è stata la prima a vincere due campionati europei e un Mondiale di seguito, oltre ad essere la prima squadra europea a vincere un campionato del mondo fuori dal “Vecchio Continente“.

 

 

Mario Bolatti (fonte: Zimbio.com)

Mario Bolatti (fonte: Zimbio.com)

Arrivato nel 2010 a Firenze dal Porto, “El Gringo” non convinse mai mister Prandelli. Con la Fiorentina collezionò appena 22 presenze, tutte da subentrato, non proprio il modo migliore per rimanere nella memoria dei tifosi toscani. L’esatto opposto di quello che accadde in patria, in quanto un suo gol contro l’Uruguay, ribadendo in rete una conclusione di Veron, regalò la qualificazione al Mondiale sudafricano all’Argentina di Maradona.

 

 

 

 

 

Alvaro Pereira con la maglia del Porto

Alvaro Pereira con la maglia del Porto

Giocatore “cult” quando si tratta di bidoni del nostro campionato, al Porto si era messo in luce come un buon terzino sinistro dall’ottima corsa. Disputa un buon Mondiale 2010 mettendo anche a segno una rete contro i padroni di casa del Sudafrica. Poi il declino. Passato a Milano, sponda nerazzurra, è un vero e proprio disastro, inutile in fase difensiva e inconcludente in quella offensiva. In un anno e mezzo, il suo bottino con la maglia dell’inter fu di 33 presenze e una rete. Tornò poi in Sud America, prima in prestito al San Paolo, poi a titolo definitivo all’Estudiantes. Dopo un’altra breve parentesi in Europa, al Getafe, fu preso dal Cerro Porteño.

 

 

 

 

 

Dominic Adiyiah

Dominic Adiyiah

L’allora baby fenomeno ghanese, venne portato in Europa dai norvegesi del Fredikstad, dove però non riuscì a stupire. La svolta fu il Mondiale Under 20 del 2009 dove fu assolutamente devastante: 8 reti in sette partite trascinarono il Ghana alla vittoria del torneo battendo in finale il Brasile di Douglas Costa. Passò poi al Milan dove non giocò neanche un minuto. Seguì un vero e proprio pellegrinaggio in giro per l’Europa, tra Serbia, Turchia e Ucraina, passando poi per il Kazakistan e la Thailandia prima di tornare in patria. Ai Mondiali del 2010 durante i quarti di finale contro l’Uruguay, un suo colpo di testa davanti alla porta fu “parato” da Luis Suarez e soprattutto sbagliò il rigore decisivo, parato dall’ex portiere della Lazio, Muslera.