Davide Diaw

Davide Diaw

Siamo tutti innamorati dell’idea del calcio romantico, lontano anni luce da quello dei giorni nostri. Quello in cui bastavano, capacità tecniche, passione ed impegno per realizzarsi. Quello in cui la maglia veniva sudata in ogni allenamento. In ogni partita.

Dopo quella di Messias, c’è un’altra bella storia da raccontare. Il protagonista questa volta è Davide Diaw, attaccante del Pordenone, attuale capocannonieri del campionato di Serie B insieme a Coda e Mazzocchi. 28 anni sulla carta d’identità e un trasferimento dal Cittadella al Pordenone per 2,5 milioni: cifre che fanno affatto notizia nel calcio moderno.

PRIMA DEL CALCIO

Per essere una storia di riscatto come si deve, dobbiamo partire da quello che c’è stato prima. O meglio, da quello che non c’è stato. Sì, perché nella vita di Diaw il calcio non è sempre stata l’unica cosa importante. Se giochi in serie dilettantistiche, di calcio non vivi. Non hai la giusta sicurezza economica se non hai un lavoro sicuro. Perciò Davide, oltre a giocare a calcio, lavorava come magazziniere. E l’ha fatto fino a 24 anni. Poi, di colpo tutto cambia.

GLI SCHERZI DEL DESTINO

Poi succede che a 24 anni si trasferisce alla Virtus Entella con cui realizza 10 gol in 53 presenze tra B e C. Da lì in poi sembra tutto andare per il meglio. Ma si sa, alla vita piace metterci alla prova. Continuamente. E nulla è mai semplice. Diaw si rompe il crociato anteriore del ginocchio sinistro. Sembra essere la battuta d’arresto di una carriera appena cominciata.

IL GLADIATORE GENTILE

Molti giocatori si sarebbero arresi. Ma siccome questa è una storia di passione e sacrificio, nulla si è fermato. Diaw va al Cittadella nel 2018 e segna 22 gol in 56 partite tra campionato, coppa e playoff. A suon di gol si riprendendosi tutto ciò che gli era stato tolto.

Ora gioca al Pordenone, una squadra ambiziosa come Diaw: un ragazzo esemplare per voglia e grinta, qualità riscontrate anche fuori dal campo. Non a caso ha vinto il Premio Giocatore Granata dell’anno per la stagione 2019/20. La targa d’argento è un riconoscimento all’atleta e alle sue qualità etiche e morali, categorie che hanno distinto e ricompensato il bomber friulano per il suo comportamento esemplare dentro e fuori dal campo.