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  05/11/2006 - ATALANTA-MILAN 2-0


L'Atalanta affonda il Milan

Il Milan alza bandiera bianca. A Bergamo i rossoneri vengono affondati dai colpi dell'Atalanta che con una prova perfetta passano 2-0. Decisivi gli eurogol nella ripresa di Ventola e Soncin. La squadra di Ancelotti recrimina su un paio di episodi dubbi, ma soprattutto deve fare i conti con la sfortuna, quando deve rinunciare a Gattuso dalla mezzora del secondo tempo e concludere la partita in dieci uomini.

LE STRATEGIE - Stefano Colantuono ha un sogno: sbaragliare il Milan, sorprendere Ancelotti. Si affida a un prudente 4-4-1-1; otto giocatori che fanno la gabbia, con Ventola in attacco e alle sue spalle Doni, troppo in forma e decisivo per rinunciarvi: con l'ex interista, il giocatore che potrebbe fare molto male al Milan. Insomma, nessun problema per l'Atalanta. Tanti, invece, quelli di Carlo Ancelotti che ha la difesa a pezzi. Il tecnico non ha molte alternative e con Simic e Maldini centrali, schiera Bonera a destra e Jankulovski a sinistra, preferendolo a Favalli. A centrocampo conferma Gourcuff dopo la prova in Champions, mentre rilancia in attacco Gilardino in coppia con Inzaghi. Un azzardo, in realtà, perché l'ex Parma con Superpippo (e viceversa) rende meno. Ma a tenere con il fiato sospeso Ancelotti è la condizione fisica e mentale della squadra.

L'Atalanta è una formazione equilibrata, disposta bene in campo. Doni è ispirato, Ventola è talentuoso e sempre nel posto giusto. Sono questi i segreti dei nerazzurri, che marcano a uomo Kakà. Spetta a Migliaccio il duro compito, ma lo fa bene, obbligando il rossonero a partire da lontano e svariare sulle fasce. Duro il compito del brasiliano, costretto a faticare il doppio in un centrocampo lento e prevedibie. Pirlo è fiacco, senza idee. Sbaglia tutto, anche l'appoggio più elementare. In attacco piattume totale, perché Gila e Inzaghi sono copie spiccicate: fanno gli stessi movimenti senza arrecare pericoli alla difesa nerazzurra, anche se Gila rende di più, si sacrifica, va incontro alla palla. Ma è una partita troppo tattica, per questo a tratti noiosa. Con Tissone al posto di Bernardini dal 14', l'Atalanta limita il possesso di palla rossonero e quando riparte lo fa con qualità. Si vive comunque di lampi, copme il bel tiro di Gourcuff dal limite o quello di Ventola che sfiora la traversa.
La ripresa inizia con il Milan imbronciato, perché secondo i rossoneri su Bonera, nel recupero del primo tempo, c'era fallo da rigore. Ma parte con il passo giusto la squadra di Ancelotti, più velocità e più pressing, anche se a passare è l'Atalanta.

Splendido il gol di Ventola, un tiro dal limite che si infila sotto la traversa. Logico l'assedio rossonero, ma confuso. E sfortunato. All'11' Donati anticipa in area Gourcuff infilando la più classica delle autoreti. Il rossonero nel contrasto si lancia a terra: sembrerebbe rigore, invece Pirri opta per la simulazione del francese. Seedorf lo rileva, ma non cambia le sorti dei rossoneri, che attaccono senza impensierire i padroni di casa. Ancelotti cerca di regalare più spinta al Milan con Cafu per Bonera e Oliveira per Inzaghi, ma la sfortuna gli toglie Gattuso, vittima di problemi muscolari. Così, in superiortà numerica, Colantuono può fare le sue correzioni: fuori Ventola e Doni per Soncin e Bombardini. Cambi che triplicano gli sforzi di un Milan che - senza muscoli - sfodera il cuore, fino a sfiorare il pareggio con Kakà, fermato dalla seconda prodezza di Calderoni dopo quella su Pirlo. Poco prima del 2-0 di Soncin che si beve la difesa rossonera e batte Dida nel sette. L'Atalanta vola. Il Milan non più.