Svaniscono all’ “Estadio Madrigal” i sogni europei dell'Inter, sconfitta per 1-0 dal Villarreal dopo che aveva concluso l'andata con una vittoria benaugurate (2-1). Per la squadra spagnola (di una città di appena 45.000 abitanti), alla prima partecipazione alla Champions, un'impresa storica: in semifinale affronteranno la vincente fra Juventus e Arsenal.
I neroazzurri nella gara più importante della loro stagione appaiono fragili e privi di idee, se poi aggiungiamo che in attacco Recoba-Adriano sembrano più dei fantasmi che dei calciatori, che Veròn non perde occasione per insultarsi con i connazionali delle squadre avversarie, che il gol è arrivato su un grave errore della difesa e che non si è praticamente mai tirato in porta in maniera pericolosa ecco che la frittata è fatta. Ovviamente questa eliminazione avrà delle ripercussioni pesanti su tutto l'ambiente neroazzurro a cominciare dalla posizione di Roberto Mancini. L'allenatore stasera ha optato per delle scelte a dir poco stravaganti escludendo Martins dall'undici titolare (quando con con la sua velocità poteva essere pericoloso in contropiede) e inserendo il 37enne Mihajhlovic a metà della ripresa sul risultato di 1-0 per gli spagnoli...
Tutt'altro possiamo dire per cugini milanisti, quando tutto sembra finito, ecco la zampata del vero leone: Filippo Inzaghi. La conquista della semifinale di Champions League passa attraverso la voracità e il tempismo dell'attaccante rossonero. Il Milan batte 3-1 il Lione, ottenendo la vittoria all'88', arrotondando poi il risultato a tempo scaduto. Passa con il suo bomber al 25', subisce il gioco dei francesi e il pareggio al 31' con Diarra di testa in una mischia furiosa e alla fine, con il cuore, solo con quello, mette sotto un avversario (quasi) indomabile, davvero forte, ancora con Inzaghi. I francesi mettono sotto il Milan, nel primo tempo prendono anche un palo, ma pagano gli errori in disimpegno: come per l’azione dell’ 1-0 un errato passaggio all’indietro fa partire Shevchenko che al 93' sigla il gol definitivo. Il quasi dramma con una buona dose di fortuna si trasforma in delirio trionfale.

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