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  13/12/2006 - CAPELLO AVVERTE MANCINI


"Mancini, è dura restare in alto"

Fabio Capello sa come si fa. Hernan Crespo ha definito l'Inter attuale una "schiacciasassi", ma da Madrid il tecnico che all’inizio degli anni '90 e nelle ultime due stagioni ha trasformato prima il Milan e poi la Juventus in squadre tritatutto avverte che il difficile viene adesso.

RESTARE SU - Che, come si dice, non è complicato arrivare in vetta, ma restarci. E che se nessuno può mettere in dubbio le qualità da boa constrictor della squadra di Mancini, il titolo di schiacciasassi è stato appena conquistato. Tra quelle che al momento stanno soffocando i propri campionati solo il Lione si conferma. Sono 5 anni che il campionato francese ha un solo padrone. Per la verità anche la Juventus domina da tre anni, ma quest'estate è cambiato tutto. I campioni hanno perso il titolo e sono finiti in B, Fabio Capello è andato a Madrid, e nella Liga il suo Real soffre. Già tre sconfitte in campionato dopo 14 turni: lo scorso anno la Juventus di Fabio perse una sola volta, alla 10ª giornata con il Milan, dopo 9 vittorie consecutive. In due anni in bianconero le sconfitte sono state in tutto 5. A fine anno conquistati 86 e 91 punti. Da Madrid Capello prova a descrivere creazione, coscienza e conservazione di un team "schiacciasassi".

IL GRUPPO - Concetto astratto, un po' come l'arte moderna cara al tecnico friulano: C’è un momento in cui ti rendi conto di cosa hai in mano, di quanto vale la tua realtà, non solo a livello di giocatori, di singoli, ma di gruppo. Quando "senti" questa unità, questo insieme, ecco quello è il momento in cui la squadra si trasforma in una entità difficilmente battibile. Quelle che prima erano idee, lavoro, potenzialità si trasformano in grandi prestazioni da parte dei giocatori, in risultati positivi, in partite importanti. Quando si capisce di avere un gruppo e non più solo una squadra, è li che ci si sente forti, coesi, compatti. E si superano avversari e difficoltà". E poi, cosa succede? "Viene il difficile. Bisogna avere la sensibilità giusta per saper gestire questo gruppo, questa realtà. Gli equilibri. Per questo dico che è più complicato mantenere lo status di "schiacciasassi" che conquistarlo. Devi valutare gli avversari, capire dove puoi arrivare tu e dove possono arrivare loro, quali sono le capacità della tua squadra e quelle degli altri. E poi tenere alta la voglia di tutti quanti. Molto, molto difficile". Da qui il riferimento all'Inter: "Hanno appena cominciato". Nessuna voglia di far polemica, solo una constatazione. E il sottinteso: ora viene il bello.

INVINCIBILI - E ora non vuol dire solo questa stagione, perché il Milan degli "Invincibili", vinse quattro scudetti in cinque anni, la Juventus due di fila. Con i rossoneri in quei quattro anni magici Capello perse in tutto 8 partite: nessuna nel '91-'92, due e tre nei due anni seguenti, altre tre nel '95-'96, prima di andare al Real Madrid, dove conquistò la Liga al primo colpo ma senza dominare. Il Milan di Capello rimase imbattuto per 58 turni di campionato l'ultima partita di Sacchi, le 34 gare del ’91-'92, altre 23 l'anno dopo, fino alla punizione di Tino Asprilla e lo 0-1 con il Parma del 21 marzo). Mancavano due mesi ai due anni solari d’imbattibilità. Una morsa sulla serie A.

NOIOSO - Oggi la vita di Capello è molto diversa. Altro che "Invincibile armata", il suo Real viaggia con appiccicata addosso l'etichetta di "aburrido", noioso. E Fabio non ci sta: "Qui sono tutti professori. Va di moda dire che siamo noiosi. Ma per vincere prima devi essere una squadra". E poi cercare di far diventare quella squadra uno schiacciasassi. Capello sa come si fa, ma in questo Madrid a secco di vittorie da tre anni non è così semplice.
Filippo Maria Ricci