Buffon, avvertimento alla Juve
Il tormentone è sempre lo stesso. Gigi Buffon sfoglia la margherita e deve decidere se sposare a vita la causa bianconera o svoltare e cambiare aria a fine stagione. "Resto o non resto?" si chiede il portierone della Nazionale; la stessa domanda che gli fanno un po' tutti in questa fase. "Gira e rigira siamo sempre lì - risponde ridacchiando Gigi -. Per favore, pietà". Poi Buffon si fa serio e spiega: "Passare alla storia come una pietra miliare di una Juve che chiude al dodicesimo posto non è gratificante per un portiere che alcuni definiscono fra i migliori al mondo".
Suona un po' come un appello ai vertici bianconeri, come dire "Juve rinforzati oppure me ne vado". "I vertici della società in questi mesi mi hanno regalato grandi attestati di stima che mi responsabilizzano ulteriormente e mi danno ancor più spirito di appartenenza alla causa bianconera. Però a un certo punto - aggiunge Gigi - uno si deve fermare e fare valutazioni anche puramente calcistiche per vedere se certe esigenze personali e della società combaciano".
Nega, il numero uno campione del mondo, che il futuro di Trezeguet e Camoranesi sia legato a filo doppio con il suo: "Ognuno fa le proprie valutazioni, non aspettano me per decidere". Futuro a parte, Buffon ha un paio di sassolini da togliersi: "Finora in campionato abbiamo fatto un paio di regali: il primo contro il Rimini al debutto in B, il secondo proprio prima di Natale contro l'Arezzo". Il pareggio contro i toscani non gli è andato giù: "No, per nulla. E' stata una partita che mi ha amareggiato e fatto arrabbiare, una gara vinta che abbiamo pareggiato per troppa superficialità. Per fortuna che quest'anno certi regali hanno un peso minore di quanto avveniva in serie A...".
Fabrizio Turco
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