Andriy Shevchenko, uomo simbolo del Milan, è a un passo dalla sua terza finale di UEFA Champions League e spera che la sua esperienza, insieme alla sua abilità in zona gol, possano far pendere l’ago della bilancia dalla parte dei rossoneri nella semifinale di andata in programma stasera a Milano contro il Barcellona.
Numeri di Sheva
Shevchenko è diventato il miglior realizzatore di sempre della Coppa dei Campioni con la rete realizzata due settimane fa nel ritorno dei quarti di finale contro il Lione, è il capocannoniere dell’edizione attuale con nove reti e ha tutte le ragioni per sperare di incrementare il suo bottino avendo segnato già cinque reti in passato al Barcellona. Forte di numeri così solidi, non sorprende la voglia dell’ucraino di affrontare a San Siro i campioni di Spagna.
"Quando affrontiamo le grandi di Spagna riesco ad elevare il mio livello – ha spiegato il bomber ucraino -. Barcellona e Real Madrid rappresentano il top del calcio spagnolo e sfidarle mi aiuta a trovare stimoli in più. Entrambe praticano un bel calcio, offensivo, ma ti lasciano giocare. Per un attaccante significa avere spazi e quindi occasione da gol".
Due finali nelle ultime tre edizioni del torneo e sei successi nella massima competizione continentale sembrerebbero indicare la squadra di Carlo Ancelotti come chiara favorita, ma Shevchenko, che con ogni probabilità capitanerà il Milan per l’assenza di Paolo Maldini, è attento a non attribuire troppa importanza al fattore esperienza. "Il Milan è più esperto del Barcellona, ma anche la loro gioventù può essere un vantaggio. Sono una squadra giovane, e quando si è giovani non si ha paura. Ai giovani piace esibire le proprie capacità e provare le giocate più difficili senza pensarci due volte".
Shevchenko ha vinto il Pallone d’Oro nel 2004 e avrà di fronte il giocatore che ha raccolto il suo testimone, il brasiliano Ronaldinho. Nonostante il 29enne attaccante rossonero sia un estimatore del sudamericano, sottolinea come servirà una prestazione del collettivo per raggiungere la finale di Parigi del 17 maggio: "Vedere giocare Ronaldinho è un piacere. Ha grande carisma e gioca sempre con il sorriso sul volto. Cerca sempre la giocata giusta, prova soluzioni nuove ed è un giocatore straordinario”.
"Guardando indietro a quanto fatto finora non c’è dubbio che meritiamo la finale, ma per raggiungerla dovremo superare il Barcellona, e per farlo dovremo giocare bene come gruppo – ha proseguito -. Il calcio è un gioco di squadra, e non individuale. Gli attaccanti e i giocatori offensivi sono importanti, ma la cosa più importante è come si gioca insieme".
Tuttavia, l’assenza di un’individualità che potrebbe fare la differenza è quella del partner d’attacco dell’ucraino, Filippo Inzaghi, fermato dall’influenza. "Inzaghi è un giocatore molto importante per noi e la sua è un’assenza pesante, tuttavia la squadra è composta da molti bravi giocatori in grado di fare bene".
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