Rocchi e Toni ancora decisivi
FIORENTINA-TORINO 5-1
La Fiorentina respira profumo d'Europa, il Torino resta inguaiato nelle zone basse della classifica. E' questa la sintesi della partita dell'Artemio Franchi, che ha visto affrontarsi due squadre in un momento di forma assai diverso. Per la verità, non è solo un problema di condizione: l'organico a disposizione di Prandelli si è confermato di qualità nettamente superiore rispetto a quello su cui può contare De Biasi. Toni, salito a quota 15 reti in classifica marcatori, va in gol due volte. Un'autorete di Franceschini e due comode zuccate di Gamberini rendono vano il gol di Rosina, che aveva portato in vantaggio i granata.
LA PARTITA - Il primo tempo mostra una Fiorentina spumeggiante: i viola sono veloci e concreti nella manovra, col valore aggiunto di un sontuoso Mutu a riempire di talento le azioni d'attacco. Reginaldo è l'elemento del tridente che si muove sul lato destro, mentre Toni lotta su ogni pallone e travolge il malcapitato Brevi con la strapotenza fisica. Il primo quarto d'ora è tutto per i padroni di casa, che spingono anche con la vivacità di Montolivo e creano pericoli ad Abbiati. Ci si attenderebbe il gol della Fiorentina e non certo quello dei granata, che in trasferta non fanno centro dallo scorso 23 gennaio. Invece, al 15', Gallo indovina il varco giusto per lanciare Rosina: Frey si oppone sul primo tentativo, ma non può nulla sulla ribattuta e incassa un gol in casa dopo oltre un mese. Per qualche minuto la partita cambia: Il Toro prende coraggio e Lazetic, che insieme a Rosina supporta la punta centrale Abbruscato, sfiora il raddoppio con un tiro a fil di palo. Ma subito dopo Toni piazza l'uno-due che ribalta il risultato: prima finalizza un assist di Reginaldo, poi irrompe su un corner trovando il gol del 2-1. L'inseguimento a Totti tra i top scorer della serie A è quasi completato.
Tra i meriti di questa Fiorentina, c'è quello di continuare a premere. Pazienza e Blasi lavorano come matti a centrocampo, sopperendo all'assenza dello squalificato Liverani. L'insistenza dei viola, nella ripresa, si concretizza in una grandinata di reti sugli ospiti. Franceschini si fa del male da solo provocando l'autorete del 3-1, poi si improvvisa goleador anche il difensore Gamberini, che sfrutta due invitanti servizi di Mutu per fissare il risultato sul 5-1. Alla festa vorrebbe partecipare anche il rumeno, che insiste per battere un rigore conquistato da Pazzini, entrato al posto di Toni. Ma Abbiati si oppone con un bel tuffo, che evita il sesto gol dei viola. Una magra consolazione per il portiere granata, travolto come tutti i suoi compagni. Il Messina ha vinto, Parma e Reggina hanno fatto punti: con un attacco asfittico e una difesa colabrodo, il Toro ha davvero di che preoccuparsi.
Stefano Cantalupi
LAZIO-SAMPDORIA 1-0
La Lazio è dura come l'acciaio. Testarda nell'inseguire la qualificazione alla prossima Champions League, e un terzo posto che un paio di mesi fa sembrava un miraggio, invulnerabile in difesa, la migliore del campionato, capace di stringere i denti nel finale e tenere in 10 uomini fino al fischio finale l'1-0 sulla Sampdoria. E' il nono risultato utile per i biancocelesti, che se mercoledì avevano vinto in rimonta sul Catania, oggi hanno incamerato i tre punti grazie ad un ottimo primo tempo e ad una ripresa in apnea. L'uomo della provvidenza è il solito Rocchi, autore di tre gol consecutivi, contro Cagliari, Catania e Sampdoria, giunto a 12 reti in campionato. La Sampdoria paga un pizzico di malasorte, un po' di imprecisione sottoporta, e un primo tempo forse troppo "tenero". Novellino può in parte consolarsi con un Quagliarella stratosferico, il migliore in campo.
Primo tempo equilibrato, con la Lazio che si fa comunque preferire per la maggiore pressione offensiva. I biancocelesti sono solidi a centrocampo, con la cerniera di centrocampo Mudingayi-Ledesma-Mutarelli, a prova di intrusioni, e il solito peperino Rocchi, che svaria su tutto il fronte d'attacco, ispiratissimo. In più Zauri asfalta la fascia sinistra, andando su e giù come le montagne russe del luna park, regalando profondità alla manovra. La Samp soffre in mezzo, dove le geometrie di Volpi sono soffocate dai muscoli e dal dinamismo dei laziali, sulle fasce tiene botta, ma non guadagna campo, ed è spuntata in avanti: Quagliarella è l'unica minaccia credibile, peraltro geniale quando prova un colpo di testa da fuori area, appena alto, e opportunista quando sfiora il gollonzo rimpallando un rinvio così così di Ballotta, classe 1964, titolare da quattro partite della porta meno battuta della serie A. Il duello a distanza tra Quagliarella e Rocchi è spettacolare: lo vince l'attaccante veneto, che prima ci prova con un destro teso da fuori area - bravo Castellazzi a respingere - poi trova un gol da ariete, lui che non è esattamente un gigante, inventando una capocciata imprendibile con una torsione incrociata sul cross da metà campo (ahi la difesa doriana) di Mudingayi, una dinamo inesauribile. Rocchi va poi vicino al raddoppio: arriva per primo su un lancio in profondità, supera da posizione defilata Castellazzi, ma il suo destro non trova la porta sguarnita. Si va al riposo sull'1-0.
Dopo un quarto d'ora d'attesa, nella ripresa la Samp stringe i tempi alla ricerca del pari, che meriterebbe. Il più pericoloso è lo sfortunato Quagliarella, che mette fuori di un niente un destro tagliato sul palo lungo, e poi colpisce un palo interno di testa sul cross di Zenoni dalla destra. I doriani insistono, e la Lazio non riesce più a ripartire. La squadra di Novellino preme compatta, facendosi pericolosa di testa con Delvecchio e Bonazzoli, che si mangia un gol quasi fatto mettendo alto sottomisura, una sponda del centrocampista. La Lazio perde per infortunio (noie muscolari) prima Siviglia e poi Behrami, per cui è costretta a reinventare una retroguardia già priva del portiere titolare. Novellino inserisce una torre, Bazzani, Rossi perde per infortunio anche Cribari. Arretra Mauri sulla linea dei difensori. Diventa un assedio, ma la Lazio tiene e conquista tre punti sudatissimo, dimostrando un carattere indomabile.
Riccardo Pratesi
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