Pescara tenta Galeone
PESCARA - Le storie d'amore non finiscono mai. Così cantava nel '92 Luca Carboni, che forse si era ispirato al legame tra Renzo Ulivieri e il suo Bologna. Una di quelle unioni calcistiche che fondono per sempre il nome di un allenatore a quello di una squadra. Il calcio è ricco di questi racconti romantici, di uomini diventati mito, simboli di epoche felici, ma non irripetibili. Basta chiedere ai tifosi del Foggia e guardare i loro occhi che brillano alla pronuncia delle cinque lettere magiche: Z- e- m- a- n. Miracolo degli anni ' 90, come quello di Ilario Castagner che a Perugia, qualche anno prima del boemo, fece impazzire il tifo del Grifone. Ancora più profondo il rapporto tra Carletto Mazzone e l'Ascoli: tra il '68 e il '75 portò i marchigiani dalla C alla serie A, legando per sempre il suo nome a quell'impresa e a quella città. Materiale per almanacchi, ormai.
Anche i destini di Giovanni Galeone e del Pescara potrebbero di nuovo incrociarsi. Dopo tre capitoli, due dei quali finiti con la promozione in serie A ('86 e '92), sabato scorso a Vicenza potrebbe essere stata scritta la prima pagina del quarto atto. Il presidente Max Pincione ha incontrato al Menti il 'profeta'. Un colloquio cordiale, quello col tecnico friulano.
« E' stato un piacere conoscerlo, mi piacerebbe averlo con noi per il futuro. L'unica nota lieta della giornata di Vicenza. La squadra infatti mi ha deluso molto, si può anche perdere, ma solo dopo aver dato tutto in campo» , ha detto il patron abruzzese dopo l'incontro con Galeone e l'ennesima battuta d'arresto dei suoi che lo ha fatto infuriare.
In riva all'Adratico, com'era prevedibile, il nome del “ Gale” già stuzzica la fantasia. L'ex allenatore dell'Udinese ha detto che non tornerebbe per sedere in panchina. Il suo ruolo potrebbe essere quello di direttore tecnico, proprio come Castagner l'anno scorso a Perugia, con un tecnico giovane e proveniente dalla sua nidiata a lavorare sul campo. L'emergente Andrea Camplone è uno dei nomi che sono già circolati. Galeone però, ha avvertito perplessità dinanzi all'opaca prestazione della squadra abruzzese a Vicenza. «Una delusione - ha detto il friulano - quanto visto in campo. Sì, ho conosciuto Pincione e la sua concretezza mi ha impressionato. Mi ha chiesto la disponibilità, ma non conosco ancora i suoi programmi. Ci risentiremo. Risalire dalla C1 è un'impresa dura e, vista la situazione attuale di classifica, bisogna ragionare in questo senso».
Il mito pescarese nicchia. Per ora. L'idea di dover affrontare la terza serie, non lo alletta particolarmente ma la porta è aperta, e chissà che Pincione non riesca a convincere Galeone con un progetto di rifondazione. Il presente dice che la squadra di De Rosa esce con le ossa rotte dalla partita di Vicenza: sconfitta e quartultimo posto all'abissale distanza di otto punti. Ma i progetti si fanno comunque, e i tifosi ci sperano.
Orlando D'Angelo/astra
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