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  22/03/2007 - IL PORTIERE DELLA NAZIONALE AMMETTE


Buffon:"Se Lippi chiama è difficile rifiutare"

FIRENZE, 22 marzo 2007 - Dalle mosse di Gigi Buffon può innescarsi un domino che coinvolgerebbe il mercato di mezza Europa. ll portiere della Juventus e della Nazionale lo sa, e per questo misura le parole ribadendo la sua volontà di restare in bianconero, senza però escludere un cambio di maglia. Sono tanti i fattori che potrebbero influire sulle sue scelte: la competitività della nuova Juve e, non ultimo, il futuro di Marcello Lippi.

SCUDETTO - "È bello e giusto che un dirigente di spicco come Montezemolo sogni lo scudetto subito - ha detto il portiere juventino dal raduno azzurro di Coverciano -. L'ottimismo serve per i risultati, ma il calcio di oggi è soprattutto programmazione. Per vincere ci vogliono tanti anni e un progetto importante. O si trova un Ronaldinho in casa, come ha detto Cobolli Gigli, oppure ci vogliono tanti soldi per competere. Credo che per la Juventus raggiungere il prossimo anno la zona Champions sarebbe il vero scudetto".

RIVALSA - "Ho preso la decisione di rimanere alla Juve anche in B in maniera istintiva, non sono stato felice ma di più. Quello che dicevo a luglio è stato confermato, ma cosa farò in seguito ancora non lo so". Pur non sciogliendo le riserve sul suo futuro quindi, Buffon ammette: "Guardo poco la A, il mio campionato è la serie B e le prime 7 squadre del torneo cadetto in serie A arriverebbero tra il 7° e il 13° posto. La voglia di rivalsa comunque c'è, ma l'Inter di quest'anno mi sembra la Juve degli anni scorsi, che non è stata costruita in 5 mesi ma in 5 anni. Il vero danno - ha aggiunto Buffon - non è stato finire in serie B ma il fatto che, quando torni in serie A, se non fai sforzi sovrumani non puoi competere. Aver smembrato una squadra eccezionale è stata la punizione più pesante".

NUOVA JUVE - Buffon ha poi fatto capire che per tornare grandi non basterà l'aumento di capitale di 105 milioni: "ci ha dato forza, ma già sapevo che in parte sarebbe servito a coprire debiti". Con una battuta però ha fatto capire che è più probabile rivederlo a Torino fra qualche mese che altrove. "Chi arriverà prima in Champions tra me e la Juve? Ci arriveremo insieme, lo stesso anno".

LIPPI - Poi c'è l'incognita Lippi, l'ex c.t. che potrebbe occupare una della caselle nobili del calcio europeo. "Lippi è il mio allenatore ideale, se mi chiedesse di seguirlo mi metterebbe in difficoltà, ma non lo farà... Al mister non mancheranno proposte allettanti. Secondo me vuole andare a colpo sicuro, anche perché forse non ha il tempo e la voglia di sposare un progetto a lunga scadenza. Il Lippi della Nazionale, secondo me, è un allenatore con pochissimi difetti, che rasenta la perfezione. Quando l'ho avuto alla Juventus, qualche errore poteva ancora commetterlo. Ma nell'ultimo anno era perfetto sotto il profilo tattico e sotto quello della gestione dei giocatori. Lui sa dare a ogni calciatore il 110%. Molti grandi tecnici questo non lo sanno fare".

TOTTI - Sul tormentone di questi giorni Buffon mantiene una posizione cauta. "Aspettiamo che gli svitino le viti", ha commentato con ironia l'assenza di Totti in Nazionale. "Lui è stato molto chiaro dicendo che sarebbe rientrato dopo aver tolto le viti (impiantate nella primavera scorsa dopo il grave infortunio riportato contro l'Empoli, ndr) quando tornerà in Nazionale sono sicuro che giocherà ancora meglio".

DEL PIERO - L'ultima frase Buffon la dedica ad Alessandro Del Piero, compagno di Juve e Nazionale "ferito" dalla tribuna in Georgia e forse ancor più dalla mancanza di spiegazioni di Donadoni. "Sì, siamo tutti uguali. Anche se poi non è proprio vero... Io mi sento come tutti gli altri, nel senso che il posto te lo devi guadagnare. Certo quando uno ha tanti anni con una maglia ed esperienza ci può essere qualche accorgimento in più nel comunicare certe cose. Ecco, intendo solo qualche piccola differenza, alla fine il modo si trova perchè siamo tutti uguali in campo. Ma poi non è neppure tanto vero. Chi ha una presenza in Nazionale non è come chi ne 120. Poi le scelte spettano all'allenatore".

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