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  12/04/2007 - CHAMPIONS: IL GIORNO DOPO


Seedorf:"In finale contro Sheva"

MONACO DI BAVIERA, 12 aprile 2007 - Filippo Inzaghi e Clarence Seedorf. I due volti della vittoria. L'olandese parla all'aeroporto di Monaco; l'attaccante in aereo, quasi a simoboleggiare il volo spiccato dal Milan verso la semifinale di Champions League.

IL FIUTO DEL GOL Quasi non ci crede Inzaghi e sorride sorpreso. Senza novanta minuti nelle gambe. Senza quella continuità fondamentale per reggere simili sfide. Eppure ecco il sigillo numero 40. Inzaghi ha solo una spiegazione: "E' la Champions che ti dà la carica. Non lo so, è un mix esplosivo: emozioni, forza, grinta, decisione". E scorre tutti quei gol come se fosse la pellicola di un film. Quante reti. "Come quello al Lione l'anno scorso al 90'. Era importante - ricorda -. Ma in Coppa è speciale qualsiasi gol. Tanti, troppi i momenti splendidi. E quello contro l'Ajax, che però lo fece Tomasson (ma sarebbe entrato lo stesso senza il tocco del danese, ndr)? Fantastico. La rete di ieri sera è il risultato di tanti sacrifici. Martedì sera durante l'allenamento io e Ancelotti ci siamo guardati e abbiamo deciso che si doveva provare. E' andata bene". E il Manchester? Non si scompone: "Valuteremo, cercherò di recuperare".

MAI ANDATO VIA Clarence Seedorf invece ha scolpito nel volto la sintesi di soddisfazione, felicità e orgoglio: "Tutto bello, troppo felice. Già la semifinale è un traguardo importante, anche se non siamo ancora dove vorremmo arrivare". Partita sontuosa quella dell'olandese: il gol, il tacco-assist per Pippo. Un calcio alle critiche, agli stizziti atteggiamenti dei tifosi. "Voglio chiudere una volta per tutte questo discorso - taglia corto -. E' da 15 anni che gioco al calcio. Al Milan ho sempre dato il massimo; quest'anno non mi sono fermato un attimo; insomma, può capitare di perdere qualche colpo di tanto in tanto. Non sono tornato, perché non sono mai andato via".

BRAVO PIPPO Seedorf gongola quando gli ricordano il gol e l'assit per Inzaghi: "Splendidi, ma sul colpo di tacco è stato bravo Pippo, lo sapevo che era dietro a me; mi guardava con la coda dell'occhio. Ma è stata tutta la squadra a giocare bene. A Monaco c'è stata unità. In campo abbiamo parlato molto, il gruppo ha fatto la differenza; così abbiamo costruito la viottoria".

RECIPROCO RISPETTO A uno che ha vinto tre coppe dei Campioni (come Ajax, Real Madrid e Milan) potrà fare paura il Manchester? "Paura no, ma sarà dura, perché è la squadra da battere. Dobbiamo rispettarlo, ma anche loro devono farlo, perché possiamo andare a Manchester e vincere come è successo qui a Monaco". E a chi gli chiede se gli andrebbe una finale contro il Chelsea di Shevchenko risponde sincero: "A me interessa alzare la coppa, ma poiché Andriy è un amico non mi spiacerebbe".

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