Crespo e Cruz, fedeltà all'Inter
Il prestito scade a fine maggio «Spero che quelli del Chelsea si scordino di me così non invieranno il fax che mi può far tornare in Inghilterra» Cruz: «Credo di poter giocare ad alto livello ancora per due o tre anni, ecco perché spero di allungare il contratto. E poi diventare dirigente qui... »
MILANO - Vogliono chiudere la carriera in Italia ed all’Inter. Hernan Crespo e Julio Cruz non fanno mistero dei loro desideri e lanciano chiari messaggi ai dirigenti nerazzurri in vista del futuro. Perché la loro volontà sia tradotta in realtà devono essere superati degli ostacoli che, soprattutto nel caso di Valdanito, sono piuttosto insidiosi.
CRESPO - Ieri alla presentazione della nuova Umbro SX, la scarpa del suo sponsor tecnico ( che la prossima stagione al 99% apparirà sulle maglie di Cagliari e Siena), il bomber di Florida ha ribadito il concetto ai dirigenti del Chelsea che stanno meditando di riportarlo a Londra, allungandogli di un anno il contratto in scadenza nel 2008, per non far avvertire l’assenza di Drogba e Kalou impegnati fra gennaio e febbraio 2008 in Coppa d’Africa.
« Meno si parla della mia situazione e meglio è. Magari se non leggono il mio nome sui giornali i dirigenti del Chelsea si dimenticano di me e non inviano all’Inter entro il 30- 31 maggio il fax che mi costringerebbe a tornare in Inghilterra. Se ciò non succedesse, automaticamente resterei. A questo punto non mi resta che staccare la spina del fax in sede... » . Sorride Crespo: lo stiramento di primo grado all’adduttore sinistro fa parte del passato ( « Spero di esserci già a Messina » ), ma non è quello relativo al suo stato di salute il suo pensiero più ricorrente. «Se quel fax arriverà, inizierà il casino perché a quel punto sarà obbligatorio trattare e sia Moratti che io dovremo fare i nostri passi».
Gli indizi provenienti da Londra portano a credere che, al di là della traballante situazione di Mourinho, il fax del Chelsea presto sarà in via Durini perché Abramovich rivuole Crespo. «Con lui ho un ottimo rapporto. Se sono tornato in Italia lo devo a Abramovich perché la passata estate mi ha fatto un piacere. Non capiva come mai volevo giocare nella vostra serie A nonostante tutti gli scandali che c’erano, mentre lui era disposto a rinnovarmi il contratto. “Il pazzo sono io”, gli ho risposto. Spero che capisca di nuovo questa mia esigenza». Il legame tra Crespo ed il nostro Paese infatti è profondo: «Quando ancora ero al River ho parlato con Francescoli e mi ha detto: “ Se hai la possibilità di giocare in Italia, restaci il più a lungo possibile”. Ed io voglio fare proprio così. L’addio di Mourinho potrebbe favorire l’avverarsi di questo mio desiderio? Non credo cambi niente. Dipende dalla volontà di Abramovich». Di certo c’è che qualche suo ex compagno, tra i quali capitan Terry, vorrebbe rivederlo con la maglia dei Blues: « Con lui e con altri del Chelsea ho un bel rapporto. Mi è dispiaciuto che siano andati fuori in semifinale. Il Milan in finale di Champions? I miei ex compagni hanno la possibilità di prendersi una rivincita sul Liverpool, ma io sono contento della nostra stagione. Possiamo vincere tre delle quattro competizioni a cui abbiamo partecipato. Più di così... ».
CRUZ - L’altro attaccante argentino è invece intervenuto al negozio della Lotto dove ha mostrato la scarpa Zhero Gravity personalizzata appositamente per lui con lo scudetto numero 15 ed il suo nome. Non sarà venduta, ma dieci esemplari (tra cui quello con cui ha segnato l’1-0 all’Empoli) saranno messi all’asta per raccogliere contributi per la fondazione Padre Mario che a Buenos Aires si occupa dei bambini bisognosi.
«Credo di poter giocare ad alto livello ancora per 2-3 anni - ha detto - e spero di farlo qui all’Inter allungando il mio contratto. Io dirigente? Magari, il mio modello sarebbe Facchetti con cui ho avuto un rapporto speciale. Prima però voglio vincere ancora qui. Credo che abbiamo aperto un ciclo e che possiamo toglierci altre soddisfazioni, iniziando dalla finale di Coppa Italia dove voglio esserci perché il mio infortunio non è grave».
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