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  09/05/2007 - I FENOMENI DEL FUTURO


Giovani campioni crescono

Vedendo giocare Giovani Dos Santos sembra di rivedere Ronaldinho, tocco di palla, tecnica di tiro, fisico asciutto, ma passaporto messicano.

Alla soli dieci anni, Giò si reca con la squadra del suo paese in terra spagnola per un torneo giovanile, destando subito stupore per qualità tecniche e velocità che raramente si riescono ad intravedere in quello che è poco più che un bambino. I dirigenti azulgrana non se lo lasciano scappare e offrono a lui e alla sua famiglia la possibilità di crescere in Spagna. Il ragazzo si fa tutta la trafila delle varie categorie giovanili e dalla scorsa stagione viene inserito nella rosa del Barcellona B, dove è attualmente impiegato. Nel 2005, ai mondiali Under 17 in Perù trascina la sua squadra fino alla conquista del torneo, battendo in finale il Brasile e vincendo il duello personale con un altro giovanissimo asso, l’ attaccante del Porto Anderson, ed a fine competizione, riceve meritatamente il premio come miglior giocatore.

Seconda punta o trequartista, è dotato di una velocità impressionante che unita ad una tecnica di base molto accurata gli permettono di giostrare tra le linee di centrocampo ed attacco con grande efficacia, senza dare punti di riferimento agli avversari. Mancino totale, usa il destro in poche circostanze. Predilige vestire i panni dell’ assist-man grazie ad un senso della misura e ad un intuito che solo i campioni possiedono. Bravo nel dribbling a volte però eccede con i virtuosismi ma c’è tempo per migliorare.

I giornalisti spagnoli e messicani lo paragonano a Ronaldinho ma lui preferisce ispirarsi al suo ex-compagno di merende Lionel Messi con cui ha diviso camera e vittorie nelle formazioni giovanili.


Abbiamo accennato prima di un altro giovane, protagonista agli scorsi mondiali Under 17 in Perù vinti per la prima volta nella storia dal Messico capitanato dal 16enne Giovanni Dos Santos.
Ma tra i migliori senza alcun dubbio c’era Luis De Abreu Oliveira Anderson, il fantasista brasiliano grande protagonista della bellissima semifinale contro la Turchia, vinta all'ultimo minuto 4-3, nella quale ha segnato un gol e fornito due assist.

Anderson nasce a Porto Alegre il 13 aprile 1988 e cresce calcisticamente nelle giovanili del Gremio, stessa città e stessa squadra di Ronaldinho.

Con la prima squadra del Gremio nel 2005 è stato protagonista della promozione in serie A disputando 17 partite e segnando 5 gol, ma sono le sue straordinarie prestazioni ai mondiali giovanili ad accendere i riflettori su di lui tanto che moltissime squadre europee tentano di accaparrarsi subito il suo cartellino, dimenandosi con difficoltà fra gli abili procuratori brasiliani.
In particolare la Juventus ha provato in tutti i modi ad acquistare il giovane talento, ma evidentemente il budget fornito ai tempi da Moggi e company non è bastato., così nell’ottobre del 2005 Anderson è stato acquistato dal Porto per 6 milioni di euro.

La somiglianza fisica con Ronaldinho potrebbe subito portare a parlare del suo erede, ma osservando la sua capacità di controllare palla velocemente e saltare l’uomo in scioltezza, i suoi cambi di passo e di direzione, la facilità con cui serve il compagno smarcato o inquadra la porta da fuori area, si ha la netta impressione di trovarsi di fronte ad un Kakà con le treccine.

L’esordio in Champions League è stato folgorante e non è passato inosservato, tanto che anche Barcelona e Chlesea si sono messi sulle sue tracce, peccato per l’infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi per qualche mese. Siamo sicuri che non sarà facile strappare al Porto un giocatore sul quale la società sembra puntare davvero molto. Per fare spazio ad Anderson non si è esitato a sacrificare Diego vendendolo al Werder Brema, quindi è presumibile che chi vorrà assicurarsi il giovane talento brasiliano dovrà presentarsi ad Oporto con un’offerta irrinunciabile, siete avvisati.


Davide Scandura