Dino e Giovanni Pagliari hanno portato alla promozione Ravenna e Foligno
Nella stagione di C c’è un altro grande traguardo. Quello centrato dal Ravenna di Dino Pagliari, tecnico in grado di battere la concorrenza di un Avellino più volte sul punto di ammazzare il campionato in virtù del suo straordinario potenziale offensivo (63 gol complessivi) eppure vittima di una incapacità di assestare il colpo risolutivo. Ma sarebbe riduttivo considerare il Ravenna in B dalla porta principale solo per demeriti altrui. In realtà il progetto tecnico dell’allenatore marchigiano viene da lontano. Da quando aveva raccolto in corsa la guida della formazione romagnola nella passata stagione, coinvolto da un presidente scettico sull’esito di questo torneo per via della collocazione nel girone centromeridionale. Polemiche smentite dai fatti e da una promozione contro ogni pronostico.
In realtà, l’innesto di un blocco di calciatori di assoluta qualità per la categoria e la capacità di organizzare sinergie fruttuose con i grandi club Juve e Inter) ha prodotto un mix vincente. Come vincente è stata l’organizzazione di gioco che Pagliari è riuscito a dare alla squadra, retta non solo dall’asse Sciaccaluga-Chianese. Una media di 2 punti a gara, 23 giocatori utilizzati, 21 vittorie all’attivo, una differenza reti di +20: insomma numeri da B a prescindere dalla concorrenza che non è poi stata così affabile.
Un’annata speciale per la famiglia Pagliari che ha festeggiato anche un’altra promozione. Quella in C1 ottenuta dal fratello Giovanni alla guida del Foligno, tornato nel terzo campionato professionistico nazionale a distanza di 23 anni. Anche qui un risultato per nulla scontato nei pronostici della vigilia, quando erano altre le squadre accreditate per la vittoria finale, a cominciare dalla Cisco Roma di Paolo Di Canio, costretta a rassegnarsi ai play off. Si è ritagliato uno spazio speciale anche il Sorrento di Renato Cioffi, l’allenatore di Cervinara, tifoso del Benevento, l’antagonista sconfitta nel lungo ed estenuante testa a testa finale per la promozione diretta in C1. Sorrentini capitanati moralmente da un bandiera del calcio italiano: Gennarino Ruotolo, un traguardo simbolico per l’ex genoano che aveva firmato l’ultimo salto di categoria in terza serie del Sorrento nella lontana stagione 1984-’85, quando aveva appena 18 anni. Infine il Legnano di Motta e del bomber Bettini che ha fatto felice non solo l’ex milanista Marco Simone.
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