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  10/05/2006 - LA TRIESTINA TORNA A VIVERE



"Uno tsunami è passato su trieste" dice Stefano Fantinel e non pensa a una versione catastrofica della bora. No, pensa a cosa è rimasto della vecchia gestione, macerie fumanti sulle quali lui e la sua famiglia hanno cominciato una faticosa ricostruzione . Dalla dieta macrobiotica al vino d.o.c.: nella Triestina è cambiato tutto.

Cosa l'ha colpita di più atterrando nell'ex mondo di Tonellotto?
"Un' improvvisazione ed un caos mai visti: un settore giovanile abbandonato, una società allo sbaraglio, costi esponenziali".

Si aspettava un disastro simile?
"Sinceramente no. Sia chiaro, alcune delle idee di Tonellotto non erano male, il problema è che si è fatto prendere dalla mano, ha perso lucidità nelle decisioni. Il calcio chiede molto ma pretende anche molto".

Che vino abbinerebbe a Tonellotto?
"Una bottiglia di prosecco, di quelle che esplodono subito".

Ora c'è più pallone o più vino nella sua vita?
"Da un mese, praticamente non esisto più nella mia azienda vitivinicola. La Triestina ha assorbito tempo ed energia, pensavo fosse più semplice. Ma ne valeva la pena, finalemente stiamo vedendo la luce".

E' tornato nel calcio dicei anni dopo l'esperienza con la Reggiana.
"Nessuna affinità, quella era una gestione seria".

Entreranno altri soci?
"Spero di si, ci stiamo rafforzando. L'idea è di costruire una squadra competitiva. Mi spetta un lavoro molto duro, ho trovato una rosa di 40 giocatori quindi in estate dovremo sfoltire parecchio per ricostruire secondo i nostri canoni".