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  19/05/2007 - SERIE B: I Bianconeri vincono 1-5 ad Arezzo e tornano nella massima serie


Juve, bentornata in serie A

I bianconeri hanno dominato il campionato: imbattibili in casa, incontenibili in attacco. Decisiva la vecchia guardia: Buffon, Nedved e Del Piero, ma bravi anche i baby, da Palladino a Marchisio

La cavalcata trionfale per la promozione non era mica iniziata tanto bene. Un pareggio a Rimini, che addensava nuvoloni neri dopo l'eliminazione in coppa Italia, ai rigori, contro il Napoli, che aveva pregiudicato ogni possibilità di tornare in Europa dopo un anno di assenza. Poi è filato tutto liscio, o quasi. La Juventus ha conquistato la serie A con tre giornate di anticipo, pur con antagoniste nobili e agguerrite come Genoa, Napoli e Bologna, che hanno fatto parlare di serie A-2.

LE TAPPE - La Juventus in casa è stata "ingiocabile". Sedici successi e tre pari, nessuna sconfitta. Fuori casa due k.o. (il primo solo alla 19ª giornata) con Mantova e Brescia, ma a fronte di 11 successi. Miglior attacco (di gran lunga) e miglior difesa. Un dominio. Ottenuto pareggiando nel girone d'andata le partite chiave, a Napoli e Genova, e poi vincendo gli scontri diretti per la promozione al ritorno, all'Olimpico. Poi tanta continuità, su campi spesso inediti, in cui le avversarie contro i bianconeri hanno giocato la partita della vita. Vittorie ottenute facendo ricorso alla superiore classe, ma anche dovendosi adeguare all'agonismo della serie B. Con umiltà.

LA VECCHIA GUARDIA - Tre nomi su tutti tra quelli che hanno "tirato il gruppo": Buffon, Nedved e Del Piero. Il portiere, rimasto dopo le tante sirene estive di mercato, ha vissuto la serie B come la terapia del sorriso. Per ritrovare il gusto del gioco, senza le esasperazioni tipiche delle grandi competizioni. E più di un sorriso lo ha regalato ai tifosi bianconeri, con parate prodigiose e il carattere da trascinatore. Nedved l'estate scorsa, quando la barca affondava, è stato uno dei primi a voler invertire la rotta. Rimanendo. Sul campo ha dato continuità alla professione di fede: gol in doppia cifra, da attaccante. E il consueto stile a tutto campo, da pubblicità della Duracell, perfetto per disinnescare le insidie della serie B. Determinato, cattivo, deciso a ridurre al minimo i giorni di purgatorio in serie B, contati come una recluta al militare conta i giorni che mancano al congedo. Poi Del Piero. La ciliegina sulla torta, micidiale sottoporta, deciso a vincere il titolo di capocannoniere, impresa mai riuscitagli in serie A. Prezioso anche l'altro campione del mondo, Camoranesi, più a corrente alternata dei compagni, ma capace di picchi himalayani. La Juve è stata devastante soprattutto in avanti, una macchina da gol.

I GIOVANI RAMPANTI - La Juventus, costretta per esigenze di bilancio a vendere in estate alcuni pezzi pregiati, si è trovata a fare di necessità virtù. E quindi ad attingere da un vivaio florido, che ha prodotto talenti e mietuto successi a livello giovanile. Sono rientrati alla base prestiti di serie A come Palladino e Paro, e dalla Primavera sono approdati in prima squadra i Marchisio e i Giovinco. Palladino è stato il talento più produttivo. Capace di giocare da prima e da seconda punta, ma anche di adattarsi da centrocampista offensivo di fascia, la sua qualità ha rappresentato un valore aggiunto per la squadra di Deschamps. E i suoi otto gol sono stati preziosi. Il futuro è tutto suo. Paro è stato una bussola importante per la mediana bianconera. Playmaker che abbina qualità e quantità, si è ricavato ampi spazi, anche se ha finito la stagione in riserva di energie. Marchisio è stato la sorpresa più grande.

Centrocampista completo, dal buon fisico, capace di "bastonare" e di proporsi negli inserimenti offensivi, è venuto fuori alla distanza, come un diesel. Dà l'impressione di avere enormi margini di miglioramento. Hanno dato il loro contributo, pur con minore continuità, i vari De Ceglie, Venitucci, Bianco e Giovinco, il più talentuoso in assoluto della compagnia. Discorsi a parte, tra i giovani, per Chiellini e Bojinov. Il difensore mancino ha giocato da titolare, alternandosi tra il suo ruolo classico di terzino sinistro e quello di centrale, prima per emergenza, poi per convinzione di Deschamps. È stato positivo e affidabile, anche se mai clamoroso. Bojinov, un "cavallo di razza", ha realizzato 5 reti, ma ha trovato poco spazio, chiuso da Del Piero e Palladino.

Riccardo Pratesi
GASPORT