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  24/05/2007 - DICHIARAZIONI IMPORTANTI


Ibrahimovic accusa l'ambiente nerazzurro

«Nella Juve una coesione che all’Inter non c’è qui se uno gioca male trascina giù tutti gli altri...»

Negli ultimi mesi aveva messo da parte i colpi di testa, in­tesi come comportamenti fuori dall’ordinario, e si era distinto so­lo per i colpi di genio che hanno guidato l’Inter alla vittoria dello scudetto. Adesso che il tricolore è in bacheca, però, Zlatan Ibrahimo­vic ha deciso di fare qualcosa di “ non convenzionale” e martedì nella sua casa in pieno centro a Mi­lano ha rilasciato un’intervista a Libero. Niente di male se non che la chiacchierata con il quotidiano milanese, della quale non ha av­vertito la sua socie­tà, si è svolta alla presenza dell’ex di­rettore generale del­la Juventus, Luciano Moggi, personaggio tutt’altro che amato in casa interista, e che durante il collo­quio lo svedese ha espresso concetti decisamente forti come la richiesta di un aumento dell’in­gaggio, l’apprezza­mento per la Juven­tus 2005-06, giudica­ta più forte dell’at­tuale Inter anche e soprattutto a livello di mentalità, i complimenti per Moggi e l’ex Tria­de bianconera oltre a consigli di importanti acquisti di mercato.

SOLDI - Nell’intervista Ibrahimo­vic ha tenuto subito a ribadire che con l’Inter non ci sono problemi e che Moratti quando lo ha acquista­to « è stato bravissimo ed ha sbara­gliato la concorrenza perché aveva un progetto ». Al tempo stesso, pe­rò, ha avanzato precise richieste economiche. « Mi piacerebbe che per il mio rinnovo ci fosse la stes­sa decisione che c’è stata la scor­sa estate. Alla Juventus su certe cose erano più decisi. Con Moggi era tutto preciso e stabilito, del re­sto la Juve era una squadra abi­tuata a stare al vertice. Non pote­vi sgarrare ». Insomma, Ibra vuole più soldi e li ha reclamati senza in­decisioni facendo un piccolo auto­gol o forse dimenticando volonta­riamente che quando chiese ai di­rigenti bianconeri il rispetto della promessa di adeguamento contrat­tuale ricevuta a suo tempo non fu accontentato e, per stessa ammis­sione del suo agente, i motivi di dissapore a Torino iniziarono pro­prio in quel modo.

JUVENTUS - Sempre a proposito della sua ex squadra, Zlatan ha spiegato che « quando eravamo in campo gli avversari se la facevano sotto. Prima della partita eravamo già 1- 0 per noi. All’Inter ciò non succede » . Qualcuno, con un pizzico di ma­lizia, ha letto in que­sta frase un riferi­mento a calciopoli e ai favori arbitrali sui quali i bianconeri hanno potuto contare, ma Ibrahimovic certo non voleva sottinten­dere questo aspetto anche perché ha ag­giunto: « La Juve 2005- 06 aveva qual­cosa in più dell’Inter attuale, un senso di coesione che a Milano an­cora non c’è. Se uno giocava male gli altri lo tiravano su, mentre qui accade il contrario: chi gioca ma­le trascina gli altri. E poi una gran­de squadra non può permettersi di prendere 6 gol in una partita. Ne­anche quando manca di motiva­zioni e in palio c’è solo la Coppa Italia ». Critiche pesanti che di si­curo non avranno fatto piacere né alla società né ai compagni, “ col­piti” per il rendimento nella finale d’andata contro la Roma quando il numero 8 nerazzurro era in infer­meria.

MERCATO - Moratti negli scorsi giorni aveva preannunciato un « mercato di buon senso » ovvero con investimenti oculati. Ibrahi­movic, invece, vuole esattamente l’opposto, segnale evidente che non ritiene questo gruppo pronto per confermarsi in Italia o per vin­cere la Champions. « C’è bisogno di gente di spessore che ci faccia fa­re il salto di qualità ». E poi ha sug­gerito il nome dell’ex compagno Chivu: « Fossi in Moratti non me lo farei scappare » . La Roma però adesso non vuole cedere il rumeno e comunque lo valuta più dei 15 milioni che l’Inter potrebbe mette­re sul piatto tra contropartite tec­niche ed economiche.

TRIADE - Lodati sia Capello che Mancini, sottolineato ancora una volta il fatto che sente suoi gli scu­detti conquistati con la Juve e sbandierata la volontà di disputare le prossime due gare di qualifica­zione agli Europei con la Svezia ( nonostante sia stato convocato, l’Inter non è intenzionata a dargli l’ok perché intende evitare ricadu­te o rischi), Ibra ha chiuso con il botto: « Quelli della Triade li hanno eliminati perché vincevano troppo: questione di gelosia. Quando sono arrivato all’Inter la prima cosa che ho detto a Moratti è stata “Se vuoi cambiare la mentalità devi pren­dere Luciano”. Per fortuna abbia­mo vinto lo stesso ».