Ambrosini chiede scusa
Il centrocampista si pente, Galliani stizzito: «Parliamo della Champions...»
Solo Moratti parla di scuse. «Me le ha fatte il Milan questa mattina » . Ma non ce n’è traccia, a livello ufficiale, nella caotica giornata milanese di ieri. Le uniche scuse, dove si parla però di goliardia, sono firmate da Massimo Ambrosini, vice capitano del Milan, il giocatore ritratto dai fotografi e ripreso dalle telecamere con lo striscione incriminato in mano: “ Lo scudetto mettetevelo nel culo”. Dal Milan e da Galliani, solo qualche accenno. Anzi, proprio l’amministratore delegato rossonero si infuria la mattina quando, davanti alla Lega, gli chiedono del famoso, famigerato striscione: « Ma come, abbiamo appena vinto la Champions League e la prima domanda che mi fate è sullo striscione? Basta, qui c’è gente che deve imparare a fare il giornalista ». E se ne va indispettito. Giusto. Domande così non si fanno. E’ previsto nei prossimi giorni uno stage a Milanello per giovani (e meno giovani) cronisti.
Poi però Galliani si ammorbidisce e nel pomeriggio, a fine riunione del Consiglio di Lega, accetta di spiegare: «Ho saputo che c'era questo striscione. Ho fatto una telefonata al pullman e lo striscione è scomparso. I giocatori mi hanno spiegato di non averlo fatto loro e che è stato fatto da qualche tifoso. Mi sembra quindi una cosa piccolissima di cui ho parlato con Moratti stamattina (ieri mattina, ndr) e per la quale poi abbiamo riso e scherzato » . E’ la dichiarazione integrale, testuale e ufficiale che appare sul sito del Milan. Una piccolissima cosa, dice Galliani, e se è piccolissima non c’è bisogno di scuse pubbliche. Un’idea, per la verità, è venuta a Silvio Berlusconi e ne ha parlato il giorno prima con Moratti: organizzare un grande derby nel prossimo settembre, un po’ per stemperare le tensioni di questa terribile stagione di polemiche Inter-Milan e un po’ per stabilire (ammesso che una partita sola possa essere sufficiente) chi, fra le due formazioni, è davvero più forte.
IL DISPIACERE DI SEEDORF - Ma c’è anche un altro aspetto, in questa vicenda assai poco gradevole, che rattrista molto Clarence Seedorf, ideatore della fondazione “ Champions for children”, nata per raccogliere fondi per i bambini più bisognosi nei Paesi in via di sviluppo. Durante i festeggiamenti sono state distrutte alcune mucche d’arte di cui è seminato il centro, mucche che sarebbero finite all’asta proprio per raccogliere quei fondi. «E’ stato un brutto messaggio. In questo modo si è impedito che si realizzasse un sogno bellissimo. Il danno ammonta a 200.000 euro e i bambini ne avrebbero ricavato almeno la metà con l'asta, dice l’olandese.
Anch'io ho partecipato a qualche coro. Ma non dobbiamo andare oltre. Qualche settimana fa ho detto alcune cose su Moratti, ma anche per rispetto degli altri bisogna prendersi le proprie responsabilità. Ci sono miliardi di persone che ci guardano e noi non possiamo dare degli esempi sbagliati. Non sto chiedendo scusa perché non credo di aver fatto qualcosa di particolare. Ambrosini? Ha detto che non si è reso conto di cosa c'era scritto. Mi sembra che abbia chiarito e non credo ci sia bisogno d'altro » . Ambrosini, giovedì notte, ha raccontato quel che le immagini avevano già mostrato: « Abbiamo preso lo striscione dai tifosi che erano accanto al pullman. Noi non sapevamo nemmeno cosa c’era scritto». Quelli dell’Inter sì, lo sapevano.
|