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  15/07/2007 - CALCIO - MERCATO


Mancini aspetta Pato: "Con noi diventerà una stella"

Il tecnico dell'Inter parla del mercato e degli obiettivi nerazzurri: "Il brasiliano è giovane, vedremo cosa deciderà. C'è anche il Milan? So solo che noi lo seguiamo da due anni". Poi rivela: "Ho chiamato Nedved..."

Parla di tutto Roberto Mancini. La prima conferenza stampa della stagione serve a fare il punto su ciò che è stato e ciò che sarà. Con la consapevolezza che migliorare sarà difficile, perché la squadra che ha chiuso l'ultima stagione ha infilato più record che pareggi.

IL BIS - "La rosa della squadra è sicuramente molto forte, ancora più dello scorso anno. Veniamo da una stagione straordinaria e siamo partiti con gli stessi obiettivi: campionato e Champions League. Abbiamo gia vinto lo scudetto la passata stagione e speriamo di vincerlo anche quest'anno, ma non perché quest'anno c'è la Juventus, solo perché sarebbe importante rivincere il campionato. Non ci sono altri motivi".

LA TELENOVELA - Rispetto alle previsioni l'Inter non può contare sul rinforzo designato per la difesa, Cristian Chivu. Almeno per il momento. "Chivu è un giocatore che abbiamo seguito e che volevamo. La trattativa è stata un po' difficile, vedremo come andrà a finire. Capisco il presidente che a un certo punto si è stancato, ma questo non cambia il fatto che Chivu sia un grandissimo giocatore". Mancini ha poi ammesso che su Pato, uno degli obiettivi di mercato del Milan, c'è anche l'Inter. "Non conosco molto la trattativa col Milan. Noi comunque seguiamo Pato da due anni. Era molto giovane la prima volta che l'abbiamo visto e non credo che lo conoscessero in tanti. E' un ragazzo intelligente, capisce che spostarsi da casa ora potrebbe comportare delle difficoltà. Vedremo che farà, comunque lui sa che all'Inter potrà trovare un ambiente familiare che l'aiuterà in tutto, un ambiente dove potrà diventare una grande stella. Però, ripeto, Pato è un ragazzo giovane, e non è semplice che venga via adesso dalla famiglia e dal Brasile. Di sicuro ha le qualità per diventare molto, molto bravo". L'Inter intanto è sempre meno italiana... "Abbiamo provato a prendere dei giocatori italiani - ha replicato il tecnico nerazzurro - ma quelli bravi non li danno purtroppo. È il problema dell'anno scorso, non è semplice prenderli perché chi li ha non li dà. Cassano? Bisogna essere tutti d'accordo per prendere un giocatore e occorre che ci siano le situazioni favorevoli...".

LA TELEFONATA - Tornando su Chivu, Mancini ha dichiarato di non aver parlato con il difensore della Roma. "No, ho chiamato solo Nedved... - ha rivelato Mancio tra lo stupore generale. "È la verità - dice sorridendo -. L'ho chiamato perché siamo stati compagni di squadra per tre anni, ci conosciamo bene e siamo amici. Forse qualcuno se l'è dimenticato... L'ho chiamato per delle informazioni su un giocatore ceco, in quei giorni lui aveva casualmente detto di voler smettere di giocare e gli ho chiesto se era vero. E' stata una telefonata personale nella quale non c'era nulla e che non ha nulla a che fare con tutto quello che si è scritto. Se gli ho chiesto di Kovac (il centrocampista dello Spartak Mosca a un passo dai nerazzurri, ndr)? Sì...".

L'ATTACCO - Dopo i complimenti a Capello per la vittoria della Liga (tutt'altro che banali considerate le storie tese del passato), Mancini ha parlato dell'affollamento in attacco."È un problema per le punte, non per me. Sono cinque, sei se si conta Recoba: due giocano, due andranno in panchina e una in tribuna. Poi può capitare che un giorno ne schieriamo tre tutte insieme, ma una che soffre più delle altre ci può essere. Dipende da loro, i giocatori sanno che, per giocare all'Inter, ci vuole un po' di sofferenza perché, come in tutte le grandi squadre, i calciatori sono tutti bravi. Si possono attraversare dei momenti difficili, bisogna superarli".
gasport