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  21/08/2007 - IL RIMPROVERO DEL PRESIDENTE


Moratti richiama l'Inter: "Per vincere serve umiltà"

Dopo la sconfitta con la Roma in Supercoppa il presidente avverte: "Ho visto un'involontaria presunzione e cose che non mi sono piaciute ma non mancano le attenuanti". Tra queste, però, non c'è il mercato

Pochi minuti dopo la fine di Inter-Roma, si dice, Massimo Moratti era già negli spogliatoi per invitare tutti a un bel bagno di umiltà. Una classica strigliata morattiana: nulla di plateale, ma ferma e convincente, parecchio convincente. Simile, pare, a quella che lo scorso autunno seguì le due clamorose sconfitte in Champions League contro Sporting Lisbona (in trasferta) e Bayern Monaco (a Milano).

IL GIORNO DOPO - Domenica sera il presidente nerazzurro aveva dribblato con decisione telecamere, microfoni e taccuini. Anche per questo l'appostamento si era ripetuto ieri sotto gli uffici della Saras. Altro assalto a vuoto, però, perché Moratti aveva lasciato Forte dei Marmi giusto il tempo necessario per assistere alla Supercoppa. Ed è proprio dalla bella località toscana che ci spiega come in questo momento non abbia senso "parlare di processi o di allarme Inter. Non esageriamo — dice —, siamo all'inizio e ci sono mille attenuanti. Di certo ci sono alcune cose che non mi sono piaciute, va però anche detto che forse eravamo un po' stanchi, con le gambe non ancora completamente scariche".

PIEDI PER TERRA - Tranquillo, per nulla preoccupato, ma deciso a evitare fin dalle primissime battute della stagione qualsiasi trappola, soprattutto psicologica: "La sconfitta in Supercoppa ci aiuterà a tornare subito coi piedi per terra — continua Moratti —. Non dobbiamo credere di essere così forti da vincere anche senza la necessaria concentrazione. A certi livelli nessuno può permettersi cali di tensione, a maggior ragione quando di fronte ci sono squadre di prima fascia". Al numero uno di Palazzo Durini non è piaciuto l'atteggiamento dell'Inter, "serve più umiltà, diciamo che contro la Roma ho visto un'involontaria presunzione. Bisogna scendere in campo senza pensare di essere i migliori solo perché l'anno scorso si è dominato. Questa è un'altra storia, ciò che è stato fatto è importante, ma oggi non conta più nulla: lo scudetto vinto non ci garantisce un gol di vantaggio. Senza sacrificio e rispetto per qualsiasi avversario non si va da nessuna parte, non si vince nulla".

LA ROSA NON C'ENTRA - Riguardo al mercato, almeno a parole la posizione di Moratti è immutata: "Non prendiamo nessuno, la rosa non c'entra niente con la sconfitta di domenica. C'è già tutto per poter puntare ai massimi traguardi". Uno in particolare, la Champions League, il chiodo fisso del presidente, che ha mal digerito le ultime due eliminazioni nel più prestigioso torneo per club. Villareal (quarti di finale 2006) e Valencia (ottavi di finale) hanno infatti lasciato parecchio amaro in bocca, oltre che grossi rimpianti: due occasioni perse contro formazioni decisamente inferiori. Moratti è stato molto chiaro qualche settimana fa: "Quest'anno, in Europa, mi aspetto almeno la finale".

gasport