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  04/09/2007 - CONVOCATO IL FOLLETTO DEL CAGLIARI


Foggia: "Azzurro felicità"

Il centrocampista rivelazione del Cagliari: "Io in Nazionale con Cannavaro, è incredibile. Fabio è napoletano come me, a Coverciano mi ha accolto lui parlandomi in dialetto"

Quando Pasquale Foggia ha smaltito la rabbia per la sconfitta con la Juventus era già rientrato a casa con la convocazione di Roberto Donadoni per il raduno della Nazionale e la maglia bianconera di Mauro German Camoranesi in mano. "A quel punto mi sono messo davanti alla tv e mi sono riguardato la partita due volte di seguito. Non stavo nella pelle per la convocazione. E avevo quella maglia di Camoranesi, un giocatore fantastico. Ci ho messo un po’ a fare il cambio, perché nel dopo partita ero nervosissimo per come era finita. Il pari era giusto".

Ma se ha rivisto Cagliari-Juventus due volte, avrà capito di aver giocato una gara straordinaria. Da ricordare.
"Sì. Me ne sono reso conto. Credo di aver fatto una gran partita e spero di regalare altre soddisfazioni al pubblico di Cagliari. Ho intuito che mi hanno preso in simpatia".

Deciso a restare? A giugno il Cagliari aggiungerà altri 4 milioni e mezzo ai due mezzo già spesi e la riscatterà.
"Sì. Credo sia giusto godersi il momento e io, ora, devo semplicemente far questo".

Quando arriva la prima convocazione in azzurro ci sono le dediche. Via.
"Mamma Maria e mia moglie, Serena, prima di tutto. Hanno fatto tanti di quei sacrifici. Mamma domenica sera piangeva, faceva fatica a parlare. Abbiamo sofferto noi".

Però suo padre, che pure non se l’è passata bene, l’ha chiamata... "Sì, mi ha chiamato".

E’ vero che a calcio era più bravo di lei?
"Mi nascondeva la palla. Ha fatto più di 500 gol nei tornei amatoriali e ora gioca in un torneo intersociale. Ha 44 anni".

L’impatto con Coverciano?
"Incredibile. So che sarò in camera con Gamberini. Ieri sono partito da Cagliari con Gigi Riva. Mi ripeteva di stare sereno. Mi ha incoraggiato tanto. Vedevo che era felice".

E una volta arrivato lì? Conosceva qualcuno?
"Sì: Quagliarella bene, abbiamo giocato ad Ascoli. Poi Di Natale, Aquilani, Amelia".

Non ha nominato il suo idolo, quello che arriva dal suo stesso quartiere Traiano a Napoli.
"Madonna. Fabio Cannavaro. Mi è venuto incontro, ero molto emozionato. Mi ha fatto i complimenti e mi ha messo a mio agio, parlandomi sempre in dialetto napoletano".

Si è sentito in paradiso?
"Non riesco a crederci. Darò il massimo. Pensando sempre a Marco Giampaolo. A lui devo proprio tanto. Mi ha coccolato, mi ha aiutato, mi ha insegnato, mi ha dato sicurezza. E ora sono in Nazionale".

Non pensa più a Rossi, alla Lazio e a chi non ha creduto in lei?
"Proprio no. Mi è dispiaciuto andar via da Roma, ma con Rossi ci eravamo chiariti, per me in quella squadra non c’era posto. Ma chiedetemi se sono felice... Sono entusiasta di fare anche un solo allenamento ni maglia azzurra".