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  10/09/2007 - CASA AZZURRI


De Rossi:" Rischiamo di uscire.."

Due giorni all'Ucraina. Quarantotto ore di dubbi. Roberto Donadoni fa calcoli e supposizioni. Tormenti del c.t. ancora alla disperata ricerca di un gruppo e di una precisa idea di gioco. A un anno dal suo incarico, conti alla mano, moduli e scelte hanno fatto spesso a pugni, confermando le difficoltà dell'allenatore azzurro che, nonostante l'era Sacchi vissuta in prima persona, sembra avere perso la mentalità offensiva che possedeva da giocatore.

DE ROSSI SCUOTE IL GRUPPO - E gli azzurri, sensazione netta, confidano più sulla compattezza della squadra che sul gioco, proprio perché consapevoli di una preparazione fisica ancora acerba. L'Ucraina diventa così l'avamposto della qualificazione. Tutti d'accordo nell'affermare che non sia decisiva, ma tre punti rasserenerebbero l'ambiente, evitando di giocarsi le altre sfide con il cuore in gola. Così Daniele De Rossi prova a scuotere la Nazionale. Deciso il romanista: "Dobbiamo stringere i tempi perché rischiamo di lasciarci sfuggire l'Europeo". De Rossi non conosce alchimie precise, tantomeno formule esatte per battere la Nazionale di Shevchenko. "L'Ucraina è una realtà, ma non è la Francia - sostiene -. Noi dobbiamo solo essere concreti e fare gruppo come al Mondiale; esaltare il nostro carattere, per poi mettere in pratica la nostra superiorità. Non è presunzione. Abbiamo la qualità per tornarcene a casa con i tre punti". La sua posizione, altro nodo da dibattere, spesso si scontra con quella di Pirlo, con gravi conseguenze nella zona mediana. Il giallorosso non ne fa una questione: "Io davanti alla difesa o più avanzato? Dove mi mettono io gioco. In difesa tocchi più palloni e magari ti metti in evidenza; se giochi sulla linea mediana fai più assist e puoi anche segnare".

IAQUINTA E DEL PIERO - Guai a parlare invece di ballottaggi a Vincenzo Iaquinta. Chiamato da Donadoni per sostituire Toni, l'attaccante della Juventus è già contento così, soprattutto per avere convinto prima Lippi, poi l'attuale c.t. La chiamata in azzurro è legata evidentemente alla sua mentalità eclettica. "Questo dovete chiederlo a Donadoni; io ho giocato da esterno e da prima punta. Mi adatterò a ogni tipo di soluzione". Il campione del mondo potrebbe essere, in effetti, una buona carta da giocare, soprattutto in un modulo (chissà, il 4-2-3-1) con Di Natale sulla fascia della linea mediana. E a chi gli chiede se si sente in ballottaggio con Del Piero (per cui si profila un posto in panchina), risponde: "Queste cose non le voglio nemmeno sentire né commentare".

LUCARELLI E LA SOFFERENZA - Tutti ottimisti, comunque. Come Cristiano Lucarelli: l'altro "ucraino" della sfida. L'attaccante dello Shakhtar Donetsk invita a non sottovalutare la nazionale di Sheva, sottolineando l'entusiasmo che accompagna la squadra allenata da Blokhin. " A proposito di preparazione - relaziona - loro sono più avanti di ben otto giornate e questo è un aspetto che un po' mi spaventa". Ma il bomber-editore del "Corriere di Livorno" ("ho fatto assumere una decine di giornalisti che erano per strada"), senza essere spavaldo e senza reclamare un posto da titolare, guarda avanti con fiducia: "Spesso ci siamo trovati in questa situazione; forse la sofferenza è nel nostro Dna, ma è in questi momenti che sappiamo trovare le forze giuste. Ce la possiamo fare, anche se sono convinto che sarà più decisiva la sfida di Glasgow contro la Scozia". A cominciare da lui che sogna un momento di gloria e si sta "levando la sete in vecchiaia".

Gaetano De Stefano (gazzetta.it)