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  23/09/2007 - QUI INTER


L'Inter si aggrappa a Ibra

Quattro gol, due rigori, un'espulsione. Non manca nulla a Livorno-Inter, che finisce 2-2 confermando, anche in campionato, le difficoltà dei nerazzurri in questo avvio di stagione (due vittorie nelle prime 6 partite ufficiali).

APPROCCIO - E' il Picchi (nome amico) ma sembra il Sukru Saracoglu di Istanbul, considerato il modo in cui l'Inter attacca l'avversario. Pochi secondi ed ecco Cordoba saltare a vuoto, spalancando a De Vezze un'autostrada verso Julio Cesar. L'errore del colombiano, curiosamente l'uomo che aveva involontariamente causato l'ultimo patatrac difensivo in casa contro l'Udinese, è la punta dell'iceberg, non un caso isolato. Ci vogliono un bel po' di minuti perché la squadra di Mancini si riprenda dallo choc, con Burdisso che per poco non regala a Diamanti il rigore del possibile 2-0 con una trattenuta maliziosa.

ROCAMBOLESCO - Di buono nell'Inter c'è che Adriano conferma di aver oltrepassato il momento peggiore, dando vigore alla manovra pur trascendendo a volte in una foga eccessiva. Eppure, nonostante un approccio così negativo, i nerazzurri si mantengono in linea di galleggiamento. Prima dell'1-1 ottenuto da Ibrahimovic con un contropiede da manuale gestito da Maicon, c'è il tempo di assistere a una serie clamorosa di salvataggi davanti ad Amelia: ci provano Adriano (palo), Cambiasso (para Amelia), Zanetti (bis del portiere), di nuovo Adriano (mani più che sospetto di De Vezze) e Cesar (respinta di Knezevic a due metri dalla linea). Da non credere.

DUE RIGORI - La ripresa scorre con lo stesso copione: gran confusione in mezzo, fiammate individuali e parecchi episodi da moviola. Il primo scatto è ancora del Livorno, che con Loviso (un giocatore ritrovato dopo essere sprofondato in serie C) mette la freccia grazie a un rigore concesso per una spinta di Jimenez su Pulzetti. Sul 2-1 Orsi arretra le prime linee. Forse troppo presto, perché il pareggio di Ibrahimovic (altro rigore causato da una trattenuta di Rezaei, appena entrato) lascerebbe, in teoria, venti minuti buoni agli avversari per andare a caccia del 3-2. Il condizionale in una partita "pazza" come questa è d'obbligo. E infatti Maicon si fa cacciare fuori da Trefoloni per un calcione a Bogdani. Così, con un uomo in più, è proprio la squadra peggiore delle prime tre giornate a insidiare la porta dei campioni d'Italia, che si salvano grazie al loro uomo più in forma, Julio Cesar.

Antonino Morici (gazzetta.it)