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  13/11/2007 - CONSIGLI PER GLI ACQUISTI


Occhio al talento Valeri

Corre in mezzo al campo con eleganza e talento; con ogni suo movimento sembra comporre una poesia; il cuore dei tifosi granata del Lanus rimane costantemente sorpreso dalle invenzioni di questo giovane “prestigiatore” argentino che dopo un periodo buio sta finalmente dimostrando a tutto il mondo le sue doti.

Protagonista di questa storia è Hernan Diego Valeri, detto “Pelusa”, un altro prodotto dell’inesauribile cantera del Lanus, che ha esordito per la prima volta il 31 ottobre 2004, quando il team diretto da Carlos Ramacciotti battè l'Arsenal per 3 a 1. Concluso quel Torneo di Apertura con una rete, comincia la Clausura seguente collezionando sette presenze, ma proprio mentre sta cominciando a far vedere le sue qualità, nel dicembre del 2005 per uno scontro di gioco si rompe tutti i legamenti del ginocchio destro; infortunio che lo costrinse a rimanere fuori dai campi di gioco per ben 8 mesi, frenando così la sua crescita, sia tecnica che agonistica.

Il giovane però non si abbatte e l’infortunio rafforza in lui la consapevolezza delle proprie capacità. Così, dopo questo periodo buio, con l’arrivo in panchina di Ramon Cabrero è diventato il fulcro del gioco di un Lanus che dopo 16 partite si trova tuttora in testa al campionato di Clausura davanti alle più blasonate Boca Junior e Independiente, con Tigre, Banfield ed Argentinos Juniors prime inseguitrici. Proprio questa domenica ha dato ancora una volta dimostrazione di tutta la sua classe portando al trionfo la squadra con al seguito più di 5000 tifosi sul campo del Rosario Central grazie ad una strepitosa prestazione condita da due assist, una rete direttamente su punizione (la quinta quest’anno) ed un’infinità di dribbling. A questo punto la gente di Lanus sogna, dopo un secondo ed un sesto posto negli ultimi due tornei, la prima vittoria in campionato della storia dei Granada nel segno di Valeri.

Classe 1986, gioca col numero 8, ma è un classico numero 10; si è ormai abituato a giocare come esterno offensivo sinistro, anche se predilige giocare dietro le punte. Insomma, una sorta di mezzala non velocissima, ma abilissima nel dribbling; per questo infatti dice di ispirarsi a Riquelme, il suo unico punto di riferimento, come dimostrano la sua continua propensione ad accentrarsi, l’ottima visione di gioco, il buon fisico (178 cm per 75 Kg) ed il pregevole tiro dalla distanza sia col destro che col sinistro. I suoi calci piazzati sono temibilissimi, sia quando conclude in porta, sia quando crossa tagliando tutta l’area con traiettorie imprendibili per i portieri avversari. Cerca sempre l’assist vincente ma deve ancora migliorare sotto l’aspetto dell’ordine tattico e della fase difensiva, miglioramenti che grazie alla sua dinamicità lo renderebbero un calciatore davvero completo.

Per molti aspetti somiglia al suo grande amico Sebastian Leto (altra giovane promessa ex Lanus, da qualche mese al Liverpool), che gli ha confidato che in Europa non sarà così facile perché a differenza dei campionati sudamericani, qui si deve essere preparati fisicamente e tatticamente prima che tecnicamente. Comunque, il vecchio continente sarà sicuramente la sua prossima destinazione, ma anche lui preferirebbe restare in Argentina ancora un po’ per confermare quanto di buono sta facendo prima di fare il grande salto. Sicuramente non avrà problemi di lingua dato che sin da piccolo Diego parla l’inglese ed il tedesco grazie alla scuola bilingue che ha frequentato, e mastica italiano viste le sue chiare origini italiane ed i parenti che vivono in Provincia di Avellino. Carattere timido e riservato, quando non si allena trascorre le sue giornate leggendo appunti di filosofia. A lui si è interessata in primis la Juventus in cerca del sostituto di Nedved. Già a gennaio l’interesse potrebbe concretizzarsi ma la valutazione cresce giorno dopo giorno, e se il Lanus dovesse vincere il campionato e nell’affare dovessero inserirsi le altre big d’Europa, la spesa potrebbe rivelarsi un rischio troppo elevato. Solo il tempo potrà dire se ne sarà valsa la pena.

Davide Scandura