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  30/11/2007 - RANIERI NON POTRA' CONTARE SULL'ORIUNDO


La Juve a Milano senza Camoranesi

Nel big match di domani contro il Milan Ranieri non potrà contare sull'italoargentino. Chiellini rientra dalla squalifica, Grygera non ce la fa. Davanti conferma per Trezeguet-Iaquinta

"Ma purtroppo abbiamo il vantaggio di non giocare le coppe". Quante volte dal fortino bianconero è stata sventolata questa credenziale per la corsa al titolo? Bene, ora che il calendario propone la sfida-scudetto col Milan, impegnato mercoledì a Lisbona, la Juve è intenzionata a riscuotere il credito. Niente viaggi né partite, niente fatica né acciacchi: al contrario di Ancelotti, Ranieri ha avuto una settimana libera da impegni per preparare la partita di San Siro. E se da un lato ne ha approfittato per preservare la formazione titolare, grossomodo quella che ha asfaltato il Palermo, dall’altro ha simulato la settimana dei rossoneri, senza la fatica della trasferta. Ovvero lavoro atletico nullo e partita al mercoledì, avversaria la Primavera anziché il Benfica. Sennonché ieri ha avuto un contrattempo anche Ranieri: Camoranesi ha accusato un affaticamento e non è stato convocato. Per la Juve è una perdita grave perché come ha riconosciuto l’allenatore l’argentino "è fondamentale". Camo si trascina malanni muscolari dall’estate. E’ entrato a Cagliari e ha fatto vincere la partita alla Juventus. Poi si è rifatto male, è tornato con l’Inter ed è stato di nuovo decisivo.

L'IDEA - Del Piero sì o Del Piero no? Del Piero no. E’ questo l’orientamento di Ranieri anche per la partita di San Siro, dopo quella col Palermo. Trezeguet-Iaquinta ora come ora è la coppia più affidabile per l’allenatore della Juventus, che però non per questo estromette Del Piero dai giochi. Anzi, visto come è andata domenica scorsa quando il capitano è entrato a 20’ dalla fine segnando due gol e servendo un assist, si va facendo largo l’idea di un impiego «alla Altafini» e lui stesso pare orientato ad accettarlo, anche se in gare dal fascino come quella di domani è un po’ più dura. Ciò a cui Ale non rinuncia è il suo ruolo di leader all’interno del gruppo, come ha dimostrato domenica riprendendo pubblicamente Palladino e offrendo a Nedved un calcio di rigore per permettergli di sbloccarsi. Perché il carisma accumulato in tanti anni non viene intaccato da una scelta tecnica.

LA PREPARAZIONE - Settimana corta e niente riposo: già questo è indicativo della concentrazione della Juventus sulla sfida di domani sera a San Siro. Ma ancor più singolare è il fatto che per quattro giorni, fino a ieri, Ranieri nel limite del possibile abbia tenuto separato il gruppo dei titolari di domenica scorsa da quello delle riserve. Di solito lo fa solo all’indomani della partita, mentre stavolta ha protratto la cosa fino a oggi, quando farà svolgere la partitella definitiva. Da notare anche che non si è lavorato quasi per niente sulla parte atletica, ma solo su quella tecnico-tattica alla ricerca di maggiori brillantezza e fluidità di gioco.

IL MODULO - L’intenzione di Ranieri era quella di riproporre il 4-4-2 e gli stessi uomini che hanno battuto il Palermo domenica, con il rientro di Chiellini al posto di Criscito (è invece sfumato quello di Grygera). Ma con il forfait dell’italoargentino si aprono due possibiltà. La prima prevede la conferma del modulo con Marchionni (o Salihamidzic) a destra. L’altra, quella che suscita le maggiori suggestioni e tentazioni, consiste nel cambio di modulo per un tridente d’attacco, spurio come a Roma dove Del Piero stava dietro e Trezeguet e Iaquinta, oppure puro, nel qual caso aumenterebbero le chances di Palladino più adatto del capitano al ruolo di esterno. In ogni caso, da quanto si è visto in settimana, se la Juventus giocherà con due punte quelle saranno Trezeguet e Iaquinta: è la coppia che oggi dà maggiore affidabilità.

gasport