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  01/12/2007 - POCHE EMOZIONI AL MEAZZA


La Juve imbriglia il Milan


MILAN-JUVENTUS 0-0

Milan (4-3-2-1): Dida; Oddo (79' Bonera), Nesta, Kaladze, Serginho (63' Maldini); Gattuso, Pirlo, Ambrosini; Kakà, Seedorf; Gilardino (63' Inzaghi). All.: Ancelotti.
Juventus (4-4-2): Buffon; Zebina, Legrottaglie, Chiellini, Molinaro; Salihamidzic (71' Marchionni), C.Zanetti, Nocerino, Nedved (82' Palladino); Trezeguet, Iaquinta (71' Del Piero). All.: Ranieri
Arbitro: Morganti
Ammoniti: Legrottaglie, Chiellini

Finisce senza reti la supersfida del 'Meazza' tra Milan e Juventus, valida come anticipo della 14.a giornata. La partita rimane molto equilibrata per l'intera durata ma non ne viene fuori una grande partita e alla fine il risultato ad occhiali scontenta entrambe le squadre. Nel primo tempo Trezeguet timbra il palo, nella ripresa diventano protagonisti i due portieri: prima Dida salva su Salihamidzic, poi tocca a Buffon respingere le conclusioni di Kakà e Inzaghi.

Ancelotti e Ranieri adottano le loro tattiche, a farne le spese i due capitanissimi, Maldini e Del Piero: Milan-Juve torna senza di loro, spettatori in panchina per gran parte della gara. Il primo fa posto a Serginho riconfermato sulla sinistra, il suo diretto avversario Salihamidzic rileva il delusissimo Alex.
I fatti danno ragione a Ranieri, a tratti la Juve ha il sopravvento. Il quartetto di centrocampo bianconero ha fiato e gambe da vendere e, fin dalle prime battute, manda in apnea i "cervelli" del Milan che non reggono la frenesia imposta dagli operai della Signora. Oltre alla quantità, il pacchetto centrale juventino assicura anche qualche rifinitura coi fiocchi, come quella che Zanetti elargisce a Trezeguet al 12': è il palo a salvare Dida dalla steccata del francese. Il Milan si vede poco : la variante per uscire dall'angolo è quella del lancio lungo verso Gilardino o Kakà, che con i reattivi Chiellini e Molinaro hanno i problemi loro. Bocciata anche l'idea iniziale di Ancelotti: con due avversari a testa davanti, Oddo e Serginho girano assai al largo dal fondo del campo e i cross, per il Diavolo, rimangono lettera morta.

Nonostante il maggiore agonismo dei rossoneri la ripresa segue lo stesso copione, la Juve arretra il baricentro, i pericoli maggiori arrivano da Kakà, Legrottaglie e Chiellini per fermarlo devono beccarsi il giallo. Dida e Buffon, nel giro di due minuti, rinverdiscono con due parate straordinarie quello che una volta era il dualismo per la poltrona di migliore numero uno al mondo, il primo con una paratona su un sinistro a girare di Salihamidzic, il secondo con un riflesso su una girata di Kakà. Poi, scocca l'ora dei cambi: il primo a emendarsi è Ancelotti, che mette fuori uno spento Serginho per Maldini e fa scattare la staffetta Inzaghi-Gilardino. Al 25', giunge anche l'ora di Del Piero, dentro con Marchionni: e dieci minuti più tardi, c'è Palladino per Nedved. E il un coraggioso quanto realista tentativo di giocarsela per vincere fino in fondo: la Signora ha ancora carburante, a dispetto dei chilometri percorsi, e l'ultimo segmento di partita è effettivamente suo. Ma manca il colpo mortale, quello presente nelle tasche di chi poi si prende coppe e scudetti.
dopo il pareggio con l'Inter e quello di stasera la Juve dimostra di saper stare al passo delle grandissime di questo campionato, dal centrocampo in sù fa ancora paura. Il Milan incappa nell'essimo pareggio casalingo, non ha imposto nè il gioco nè la migliore tecnica , Ronaldo garantirebbe sicuramente quel di più che ancora manca, ma in attesa di un Fenomeno che non riesce a uscire dal tunnel, ce ne uno che si carica in spalla la squadra e che si sta per aggiudicare un Pallone d'Oro più che mai meritato.