DUISBURG (Ger), 13 giugno 2006 - Le vittorie fanno bene. Rinfrancano l'anima. Dilatano il sorriso. Come quello di Marcello Lippi questa mattina al centro sportivo che ospita la Nazionale. Aria nuova. E si vede. I giornalisti per l'intera seduta e la partitella a bordo campo, ma anche i tifosi, ancora più orgogliosi di ieri, che quasi non ci credono quando aprono le magiche porte del ritiro. A due passi da Del Piero, a una carezza da Iaquinta. Le vittoria fanno bene a tutti. Anche a Inzaghi che non ha giocato: 3 gol nella partitella, l'altro di Iaquinta. Con l'udinese, Lippi contro gli Under 19 del Duisburg ha impiegato, ormai di famiglia, anche Camoranesi e Del Piero. C'era anche Zambotta, ormai del tutto recuperato. Gattuso, invece, dopo avere corso con la palla, si è sottoposto alle cure dei fisioterapisti.
LA PATRIA DI BUFFON - Criticato, ma come sempre il più gettonato. Gianluigi Buffon vive in prima persona un assedio da star del cinema. Forte di una partenza a razzo nel torneo, inizia dalla parte più difficile: Calciopoli. Così: "So che ci hanno seguito in 23 milioni. Queste sì che sono soddisfazioni. Ciò significa che la gente ha voglia di festeggiare dopo questo periodo di marcio". Insomma, il concetto di Buffon è semplice: "La passione della gente per fortuna è sempre la stessa. Le persone hanno capito che noi facciamo tutto per l'Italia". E poiché non lo ferma più nessuno confessa: "Se andrei in serie B con la Juve? Ah guardate, nel calcio non mi fa paura più niente, ma nemmeno se fosse serie C. Ora attendo di conoscere il progetto della società e poi prenderò le mie decisioni con serenità". Ciò che gli gonfia il petto di orgoglio è "il senso di appartenenza a una Nazione", medicina che "può cancellare tutto". Sentite: "È bello sudare, sacrificarsi e correre per la patria. A che servono le guerre fratricide, se vinciamo saremo tutti felici". Così dopo le dichiarazioni omeriche di Del Piero, Buffon fa lo strappo invocando la pace. Ma un giornalista insiste: "Amnistia in caso di vittoria? Se devo rispondere a certe cose è meglio che torni al silenzio stampa. Certe considerazioni le tengo per me".
DE ROSSI GIUSTIZIALISTA - Non la pensa invece così Daniele De Rossi, anche lui pimpante e sorridente dopo il match contro il Ghana. "Se dovessimo vincere il Mondiale, il calcio italiano potrà avere tanti benefici, ma ritengo che un'amnistia sarebbe davvero assurda". Temendo di non essere capito, il romanista rincara la dose: "Non punire chi ha sbagliato, dopo il lavoro dei magistrati, sarebbe un doppio errore. Se ci sono indagini, ci devono essere anche le sentenze. E in caso di prove certe un colpo di spugna sarebbe un grave errore, solo perché abbiamo vinto un Mondiale". Poi parla del Ghana: "Che bella soddisfazione. Mai provata un'emozione così intensa, un esordio così bello non me lo aspettavo. Squadra perfetta, sia in fase offensiva che difensiva. Sapevamo di avere addosso gli occhi del mondo. Non ci potevamo nascondere dietro a un dito dopo tutto quello che è accaduto e sta accadendo in Italia. Daniele ammette che ieri ha rischiato il cartellino rosso, ma promuove l'arbitro brasiliano Simon. "Il giallo è giusto, ci stava. Subito dopo mi sono spaventato quando su una palla corta di Pirlo ho colpito involontariamente l'avversario. Per fortuna è andata bene. Il rigore? Non c'era assolutamente. E' stato il mio avversario che ci ha messo del suo. Totti? Ha giocato una buona partita. Sta crescendo giorno dopo giorno".
LA VERITA' DI PERROTTA - "Che avrei giocato lo sapevo da alcuni giorni", ammette Simone Perrotta. "Il c.t. non mi aveva dato la certezza assoluta, ma mi aveva detto di stare pronto". Tra i migliori in campo contro il Ghana, il romanista ha corso il doppio degli altri, confermandosi ancora una volta di una duttilità incredibile. "Quest'anno ho giocato a centrocampo in tutti i ruoli: esterno destro (come ieri ), esterno sinistro, centrale destro e centrale sinistro; ma va bene così, perché mi diverto". E rivela: "Possiamo andare avanti, siamo molto uniti. Due anni fa in Portogallo è stato molto diverso: un gruppo così forte e legato non si era mai visTO.
Gaetano De Stefano
fonte: www.gazzetta.it
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