Una giustizia due pesi e due misure

L'Osservatorio sulle Manifestazioni sportive ha fatto sapere a tutta Italia che la cura funziona. Vietare le trasferte ai tifosi comporta una diminuzione esponenziale della violenza, tanto che il Ministero dell'Interno tra un pò penserà di vietare anche ai tifosi della squadra di casa l'ingresso negli stadi. In questo modo, con zero persone sugli spalti, la violenza diminuirà ulteriormente. Nel frattempo tra biglietti nominativi e telefonate all'199 per accaparrarsi qualche tagliando per le trasferte è diventato sempre più proibitivo andare a godersi uno spettacolo che, sinceramente, a volte latita in serie A figuriamoci in serie C. Non si possono appendere striscioni, non si può fumare, non si può fare niente di niente. A Manchester Ferguson s'è lamentato del pubblico ("Sembra essere ad un funerale - ha detto il Sir - e non in uno stadio"), pronta la replica dei tifosi ("Se solo ci alziamo gli stewart ci cacciano dallo stadio"). In Italia? Ci sono, al solito, sempre due pesi e due misure. Prova ne sia la condanna inflitta al Taranto (0-3 a tavolino) per la partita con la Massese per gli stessi incidenti che hanno causato il rinvio di Atalanta-Milan. Nessuna diversità, le stesse identiche cose, ma volete mettere Taranto con Bergamo? Mica stiamo in serie A. Qua siamo al massimo pronti a contestare Blasi perchè non rinforza la squadra, nessuno a Firenze si strappa i capelli se c'è il mancato incasso di Taranto-Massese, qualcuno, a Bergamo, si sarebbe potuto lamentare perchè c'era di mezzo il Milan. In questo schifo generalizzato abbiamo difficoltà, noi puristi che ancora crediamo nel calcio vero, anche a rispondere ai tifosi. Quando qualcuno ci chiede il perchè di queste ingiustizie, credeteci non sappiamo cosa dire. E che altro bisogna aggiungere? Se non...

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