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  13/03/2008 - PARLA MANCINI


"Avevo bisogno di sentire fiducia.."

"Tornassi indietro non rifarei quella dichiarazione perchè non è quello che penso, anche perchè all'Inter ci tengo. Credo che sia la soluzione più bella allenare l'Inter". Roberto Mancini rinnega lo sfogo di martedì sera ai microfoni di Sky nel programma "Attenti a quei due" con Gianluca Vialli e Paolo Rossi. Mancini ha spiegato che la sua dichiarazione di dimissioni "Non è stata premeditata, assolutamente. La sconfitta non ha pesato, è stata un'amarezza in più, per come era andata, per le occasioni avute, perchè non l'abbiamo finita in 11 contro 11. Poi ho ragionato a freddo sulle cose e ho parlato col presidente. Credo che un allenatore dopo un po' di tempo ha anche bisogno di sentire se la fiducia è sempre la stessa, ogni tanto ci vuole. Probabilmente avevo anche bisogno di questo. Capire se in un momento difficile era tutto come prima o meno. Se la Champions era l'obiettivo numero uno? Era un obiettivo, ma è difficile dare la precedenza ad una competizione strutturata come la Champions. Ci siamo arrivati non al meglio fisicamente. Il Liverpool è una squadra che non ti concede molte occasioni, avremmo dovuto sfruttare quelle che abbiamo avuto. Invece e occasioni avute dai Reds sono nate da errori nei nostri disimpegni difensivi. Probabilmente è dipeso dalla pressione della partita, dal dover subito rovesciare il campo. In Italia se una squadra vince l'allenatore è bravo, se una squadra perde un allenatore non è bravo. Quando si perde bisogna cercare un colpevole. L'allenatore prima ancora dei giocatori. Io non sono simpatico perchè dico sempre le cose che penso, poi sono l'allenatore dell'Inter, che ora che vince non è simpatica come in passato. La Champions è affascinante proprio perchè è difficile da vincere. L'anno scorso prima di Valencia abbiam perso Cambiasso e Vieira, gli infortuni allora come quest'anno hanno pesato. Devi anche avere un po' di fortuna nell'incontrare squadre che non sono al top"
"Rimango all'Inter per vincere il campionato, e per continuare a vincere. I complimenti di Moratti ad altri allenatori? Se gli chiedono di Mourinho non può parlarne male. Magari l'hanno un po' messo in mezzo. I tifosi dell'Inter devono restare uniti, legati a squadra e società. Non è che in questi anni che noi vinciamo i campionati non contino niente. Lo scudetto resta un obiettivo importantissimo".
Poi si parla della Roma. "La Roma in Champions è un vantaggio per il campionato? Di energie ne porta via. Dove può arrivare in coppa? Con Fenerbahce e Schalke avrebbe grandi possibilità, con le altre sarebbe più difficile, ma può andare avanti. Il calcio inglese? È bello. In Inghilterra il calcio è vissuto in altro modo, c'è più serenità anche dopo le sconfitte. Un futuro là? Tra qualche anno".
Sui rapporti con la squadra e con alcuni giocatori. "È normale che un allenatore si porti qualche giocatore che ha già avuto, perchè ha fiducia in loro e perchè ritengo sia importante, non per amicizia. Problemi con Vieira, Figo, Adriano e le loro reazioni dopo le sostituzioni? Sono stato giocatore, so che a volte non sei lucido in campo. Sono cose che possono accadere, ma non con questa continuità. Non perchè mi offendo, perchè l'ho fatto anch'io, ma ci vorrebbe più attenzione. Alla squadra ho detto che ho parlato con il presidente e che mi dovranno sopportare altri 4 anni. Se lo spogliatoio è unito? Io non ho mai sentito di giocatori che vanno contro i propri compagni o l'allenatore. Un regalo da Moratti tra Gerrad, Ronaldinho e Cristiano Ronaldo? Difficile dirlo ma forse sceglierei Messi".
Sugli altri allenatori italiani. "Capello? Non lo conosco cosi` bene da dire cosa gli ruberei, mi sembra uno molto freddo, e questa è una qualità, quella di non farsi condizionare”. Quindi su Spalletti: ”Uno per giudicare un allenatore dovrebbe vedere come lavora, comunque sicuramente lui sta facendo un grande lavoro alla Roma”. Infine su Ancelotti: ”Con Carlo abbiamo giocato insieme, è una persona straordinaria, sono molto felice quando le cose gli vanno bene, se lo merita. Ha un carattere diverso dal mio, con delle qualità importanti”.

Il presidente dell'Inter Massimo Moratti, dopo il tormentone Mancini, con dimissioni annunciate e prontamente rientrate, analizza quelle che potrebbero essere le conseguenze di queste polemiche: "Dipende dalla mentalità della squadra e dell'allenatore, dalla voglia di mettere le cose a posto nella maniera giusta, quello che è successo è destabilizzante se lo vogliono, altrimenti no". Moratti ad ogni modo bacchetta il tecnico: "una reazione alla sconfitta, un modo di sfogarsi sbagliato".

(calciomercato.com)