Ecco alcuni stralci del documento con il quale il procuratore federale Stefano Palazzi ha motivato le accuse nei confronti delle quattro società e dei 26 tesserati che ha mandato a processo. Un capitolo di 23 pagine ricostruisce la rete di rapporti creata da Moggi e Giraudo con lo scopo di«controllare e condizionare il settore arbitrale», rete che si basa su «cene riservate, nelle abitazioni private dei convitati, al riparo da occhi indiscreti» e su incontri che «già appaiono contrari ai principi normativi ed etici in quanto, per la loro stessa sussistenza, idonei ad alterare in modo evidente i caratteri di alterità, di terzietà e di imparzialità che devono connotare i rapporti fra i dirigenti delle società di calcio e i rappresentanti, massimamente quelli di vertice, del settore arbitrale».
Nel paragrafo relativo a Reggina-Juventus, la partita del novembre 2004 in cui l'arbitro Paparesta venne chiuso a chiave da Moggi nello stanzino dello stadio Granillo di Reggio, riferendosi al dialogo tra l'ex dg bianconero e Giraudo, «emerge — scrive Palazzi — il potere di condizionamento esercitato dai due sul settore arbitrale (...)». Secondo l'accusa, quindi, si può parlare «dell'esistenza di una rete consolidata di rapporti, di natura non regolamentare», finalità «perseguita attraverso varie condotte (...): «rapporti di Moggi e Giraudo con esponenti di rilievo del settore arbitrale; (...) intervento del vicepresidente federale Mazzini; intervento di Moggi nella predisposizione delle griglie utilizzate per la designazione degli arbitri; concorso da parte di Moggi nella scelta degli assistenti per le singole gare; condizionamento della facoltà attribuita ai designatori di sospendere l'impiego degli arbitri e degli assistenti in conseguenza di decisioni tecniche errate; pesante condizionamento mediatico finalizzato alla difesa di alcuni arbitri e all'attacco di altri (...); vantaggi assicurati agli esponenti del mondo arbitrale, fra cui consistenti sconti su vetture del gruppo Fiat, fino al 50% del prezzo di listino».
Per tutti questi motivi Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Innocenzo Mazzini, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto, Tullio Lanese e Massimo De Santis vengono deferiti per violazione dell'art. 1 e art. 6 (...) nell'aver intrattenuto contatti, anche su linee telefoniche private, e partecipato agli incontri non pubblici (...); condotte contrarie ai principi di lealtà e, al contempo, dirette a procurare un vantaggio in classifica in favore della Juventus... Paparesta e Ingargiola vengono invece deferiti per violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza.
PER QUANTO RIGUARDA INVECE CARRARO E LOTITO:
«Rapporti pressanti e costanti con i rappresentanti dei vertici federali affinché questi ultimi esercitassero pressioni sui designatori arbitrali dell'Aia». Questi «rapporti pressanti», secondo Palazzi, sono quelli che avrebbe intrattenuto il presidente della Lazio Claudio Lotito con lo scopo di garantirsi «i favori arbitrali necessari a favorire una migliore posizione in classifica della sua squadra». Un comportamento che «si è estrinsecato per molte delle gare nelle quali era interessata la sua società a partire dal 2 febbraio 2005 e fino al termine del campionato, anche quando Lotito sapeva che altri interessi avrebbero ostacolato la concretizzazione dell'aiuto in favore della sua squadra». Claudio Lotito (...) è deferito, quindi, «per avere, in prima persona o tramite altri, avviato e coltivato contatti con il presidente della Figc Franco Carraro affinché questi a sua volta esercitasse pressioni sul designatore arbitrale Bergamo e sull'arbitro designato (...)». Franco Carraro è a sua volta deferito «per aver esercitato (in occasione di Lazio-Brescia) pressioni sul designatore arbitrale Bergamo affinché questi a sua volta intervenisse nei confronti dell'arbitro (...) al fine di ottenere un vantaggio per la Lazio in violazione dell'art. 6», «Paolo Bergamo per aver esercitato pressioni sull'arbitro», «Innocenzo Mazzini per non aver adempiuto l'obbligo di informare», «Società Lazio a titolo di responsabilità diretta(...)». Le altre partite prese in esame da Palazzi sono Chievo- Lazio (deferiti Lotito, Mazzini, Bergamo, Pairetto, Rocchi, Cosimo Maria Ferri), Lazio-Parma (Lotito, Mazzini, Bergamo, Pairetto, Messina) Bologna-Lazio (Lotito, Mazzini, Bergamo, Pairetto, Tagliavento).
LE GARE MANIPOLATE DAI "DELLA VALLE"
Sono cinque le partite che i fratelli Diego e Andrea Della Valle con il consigliere delegato Sandro Mencucci avrebbero, secondo Palazzi, cercato di manipolare a favore della Fiorentina. Si tratta delle gare del campionato 2004-2005 Lazio- Fiorentina, Bologna-Fiorentina, Chievo- Fiorentina, Fiorentina-Atalanta e Lecce- Parma. I Della Valle avrebbero fatto una «proposta di combine» al presidente della Lazio, Claudio Lotito, e tramite Luciano Moggi e Innocenzo Mazzini avrebbero instaurato «consolidati contatti» con il designatore arbitrale Bergamo. Lo scopo era quello «di ottenere vantaggi conseguenti all'alterazione dei risultati». In questa «operazione» sono coinvolti anche gli arbitri Dondarini, Rodomonti e De Santis. Tutti sono stati deferiti per l'art. 6 e, in particolare, Mazzini è accusato di essersi «reso parte attiva nella instaurazione e successivo consolidamento dei contatti tra i dirigenti della Fiorentina e Bergamo».
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