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  25/03/2008 - INTERVISTA A BECKHAM


"Con Capello in nazionale fino al 2010.."

Finalmente 100. Domani sera allo Stade de France David Beckham entra nel club delle 100 presenze in nazionale. Solo quattro membri inglesi: il portiere Shilton (125), Bobby Moore (108), Bobby Charlton (106) e Billy Wright (105). Victoria, genitori, suoceri, cugini e amici. Beckham porterà tutti a Parigi per l’amichevole con la Francia. Ha esordito con l’Inghilterra il 1° settembre 1996, 3-0 alla Moldova a Chisinau.

Pensava di restare inchiodato a 99?
“Pensavo di restare inchiodato a 94. Non dimenticherò mai la telefonata di Steve McClaren, che dopo Germania 2006 mi disse che aveva deciso di voltare pagina. Senza di me”.

Capello l’ha riabbracciata?
“Una cordiale stretta di mano. E’ stato un piacere rivederlo. Ci eravamo lasciati in festa, sul campo del Bernabeu, dopo la conquista della Liga. Da allora non l’avevo più visto”.

Il 2 maggio compie 33 anni. Sarà la centesima e ultima?
“Per niente. Voglio continuare. E’ un bel traguardo, ma per me è importante continuare a giocare per l’Inghilterra”.

Dice sul serio?
“Se sentissi di non essere più in grado lascerei la nazionale, mi ritirerei. Sento invece che ho l’energia, la forma, per continuare ancora qualche anno. La mia ambizione è partecipare al Mondiale 2010”.

Sempreché l’Inghilterra si qualifichi...
“Abbiamo l’uomo giusto. Capello sa il fatto suo, sa come ottenere il meglio dalla squadra. E’ un vincente, quel che ci vuole per l’Inghilterra, per la squadra e per la gente. Ho avuto la fortuna di vincere con Capello al Real. Spero faccia altrettanto con l’Inghilterra”.

Pensa davvero che Capello continuerà a convocarla?
“Dicono che il campionato Usa non è all’altezza. Non è vero, è di un livello sicuramente superiore a quel che si pensa in Europa. Se uno ha le qualità, non importa dove gioca”.

Ma avrà perso qualcosa, scatto, velocità?
“Scatto e velocità non sono mai state le mie armi migliori. Ma so sempre spedire il pallone dove fa danni. Comunque, pur di continuare con l’Inghilterra, mi basta la panchina: sono pronto ad accettare tutto pur di esserci, magari entrando nel finale per segnare un gol decisivo”.

I ricordi migliori di 99 partite?
“Il rigore all’Argentina a Sapporo, il gol alla Grecia a tempo scaduto per il posto al Mondiale 2002, il mio debutto con la Moldova”.

Il peggio?
“L’espulsione con l’Argentina a Francia ’98, la sconfitta con la Croazia a Wembley e la mancata qualificazione a Euro 2008”.

Domani sera scambierà la maglia?
“Sorry, stavolta proprio no. Mi terrò dalle ciabatte ai calzini, dai pantaloncini alla maglia, a tutto quel che riuscirò a raccattare nello spogliatoio”.

Dediche?
“Alla mia famiglia, dai genitori a Victoria, ai bambini. Senza il loro affetto nei momenti difficili non sarei mai arrivato a cento partite con l’Inghilterra”.

dal nostro inviato Giancarlo Galavotti (gazzetta.it)