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  26/06/2006 - BORRELLI INIZIA L'INDAGINE BIS



ROMA - Tra i "plurimi filoni" su cui sta lavorando l'Ufficio indagini, per usare la prosa preziosa del suo capo, Francesco Saverio Borrelli, ce n'è uno che porta dritto nel vuoto delle inchieste su Moggiopoli: i soldi e i fondi neri. Oggi Borrelli comincia gli interrogatori per la seconda fase dell'indagine (quella che riguarda le squadre non impegnate a livello internazionale), ma contemporaneamente sta già lavorando al filone dei soldi.

Nessuno li ha cercati, fin qui. Ci sono, sì, alcune rogatorie della guardia di finanza di Torino richieste per contratti realizzati all'estero dalla Juventus. E la procura di Roma è convinta che parte dei contanti incassati dalla Gea World nella sua opera di mediazione calcistica siano finiti all'Istituto delle opere religiose del Vaticano. Borrelli, però, si è portato avanti: ha già sequestrato, unico, il bilancio ufficiale della Federcalcio e ha messo sotto analisi i più importanti stipendi dei suoi dirigenti.

Ha potuto fare questo grazie a una testimonianza interna alla Figc: sul finale delle sue audizioni calcistiche si è presentato all'Ufficio indagini un superteste che ha aperto una finestra sulla gestione del denaro - e dei contributi pubblici - della più importante federazione sportiva italiana. L'uomo è Dario Galati, ha 38 anni e lavora dal 1993 in via Allegri, dove ha attraversato per capacità e impegno i più delicati uffici della federazione: commissione arbitri, segreteria del vicepresidente Mazzini, Caf.

Galati ha raccontato una telefonata dell'aprile 2005 con l'ex vicepresidente federale Innocenzo Mazzini. Nel corso della quale apprese dell'esistenza di una doppia contabilità in Figc, una ufficiale e una conosciuta solo dai vertici della gestione Carraro. Il vicepresidente gli spiegò come in quelle ore il nuovo responsabile amministrativo Giancarlo Abete e il consigliere del comitato di gestione Gabriele Gravina avessero messo le mani sui bilanci della federazione scoprendo come, in diversi casi, alle buste paga dei dipendenti corrispondessero uscite di denaro pari al doppio. "Di fronte a uno stipendio da 2 mila euro risultava un bonifico da 4 mila". Da dove erano stati prelevati quei soldi extra? Da un bilancio parallelo, un bilancio presumibilmente falso, dirà il teste. A chi erano destinati?

Galati riesce a riferire solo di voci, insistendo sul termine voci, a proposito di Maria Grazia Fazi, la zarina degli arbitri che - più volte - nelle intercettazioni già agli atti della procura di Napoli viene definita dai potenti del calcio una persona da accontentare perché "ha già chiamato i giornalisti" per vuotare il sacco sul sistema degli arbitri.

La Fazi, indagata a Napoli, recentemente è stata promossa all'Ufficio allestito per organizzare i possibili Europei del 2012 e la vecchia Federcalcio, ancora, ha assunto come interinale all'ufficio tesseramenti anche il figlio. In un'intercettazione la si ascolta dire a Paolo Bergamo, il suo designatore di riferimento: "Ho svuotato il conto corrente, ora ci possono trovare sopra una cifra spiegabile". E Mazzini di lei dirà, sempre al telefono: "Questa non ne prende 900, ma duemila". S'immagina euro. È possibile che parte di quei soldi in nero siano serviti a invogliare dipendenti fedeli e silenziosi.

Dopo quell'interrogatorio il pool di Borrelli ha acquisito i contratti interni ed esterni della Federcalcio. Quello di Francesco Ghirelli, il potente segretario generale di stretta fiducia carrariana indagato a Napoli. Si sono avviati controlli sul suo inquadramento giuridico e il peso reale della sua busta paga, che dovrebbe aggirarsi sugli 11 mila euro il mese. E poi si stanno controllando i contratti di consulenza stipulati dalla vecchia Federcalcio per importi fino a 600 mila euro.
Oggi, comunque, ripartono gli interrogatori calcistici. Il pool Borrelli in una settimana vorrebbe chiarire la posizione di Reggina, Messina, Siena e Lecce. Quindi, Arezzo ed Empoli in B e Torres in C.