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  12/04/2008 - PALERMO-CATANIA 1-0


Entra Miccoli e cambia tutto

Prima funziona da acceleratore, poi da folletto, quindi da mago: è Miccoli il match winner di un derby che nel primo tempo, senza di lui, aveva detto veramente pochino. Dal suo ingresso, nei primi minuti della ripresa (era reduce da infortunio), è tutta un'altra storia, il Palermo un'altra squadra, la parita un'altra cosa.

FORTEZZA CATANIA - Il Palermo parte in attacco come da copione, ma il Catania si chiude anche più del previsto: tutti nella propria metà campo con l'eccezione, a tratti, di Spinesi. La strategia funziona, perché i rosanero stentano a trovare spazi per le conclusioni. Dopodiché, verso metà tempo, domata la sfuriata iniziale degli avversari, il Catania inizia a fare capolino nei pressi della loro'area. E sono proprio gli uomini di Zenga a costruire la prima vera occasione verso la mezz'ora, quando Izco riesce a penetrare in area e a toccare per Spinesi la cui conclusione viene deviata in angolo. La squadra di Colantuono risponde qualche minuto dopo, quando è Jankovic a fare il numero che frutta il cross su cui irrompe Amauri: la conclusione al volo in scivolata finisce fuori non di molto. Tutto qui, quanto a occasioni: una di numero per parte, e la logica conclusione del primo tempo è lo 0-0.

LA RIPRESA - Si riparte, e il Catania si conferma più guardingo ma anche più efficace nelle ripartenze. Dopo pochi minuti sono infatti i rossoblù ad arrivare a un passo dal gol, quando Spinesi salta bene su un cross dalla sinistra, schiaccia da pochi passi e costringe Agliardi alla prodezza. A quel punto Colantuono rompe gli indugi e inserisce Miccoli. L'effetto è immediato, la manovra offensiva del Palermo ha una brusca accelerazione e fioccano le occasioni: la prima per lo stesso Miccoli, poi ci provano Amauri, Jankovic, Migliaccio... Il Catania non è più quello del primo tempo, si difende con affanno ma sembra reggere. E' la classica partita da sbloccare con una prodezza: un lavoro Miccoli, che trova la punizione a giro che si insacca all'incrocio. Così Zenga, che nel frattempo aveva tolto Spinesi per Martinez, si ritrova a inseguire senza un vero centravanti, un ariete. E comunque non c'è più tempo per rimediare.

Pier Luigi Todisco (gazzetta.it)