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  07/07/2006 - SARA' ITALIA-RESTO DEL MONDO



A Berlino domenica sera si disputerà la finale del Campionato del Mondo 2006, nona edizione dopo le altrettante che si sono succedute per attribuire la Coppa Rimet.
Di fronte l' Italia alla sesta finale mondiale della sua storia ( solo Germania e Brasile con 7 hanno fatto meglio) e la Francia, alla seconda finale dopo quella vinta a Parigi sul Brasile.

Dell'Italia si è detto tutto: si gioca il quarto succcesso mondiale che la proietterebbe come primatista europea, ha una squadra integra forte, di spessore tecnico e determinata. Lippi ha cambiato formazione varie volte, per necessità e per accorteze apportate a seconda della partita; gli azzurri finora hanno disputato un gran Mondiale specialmente dopo gli ottavi di finale, ha mandato in gol 10 diversi giocatori (l'unico ad aver segnato più di un gol è Toni con la doppietta all'Ucraina nei quarti), non ha ancora subìto neanche un gol dagli avversari, solo l'autogol di Zaccardo con gli Stati Uniti alla seconda partita ha impedito finora a Buffon di battere il record dei campionati appartenente ad un altro portiere azzurro: il grande Walter Zenga rimase imbattutto per 451' minuti a Italia '90. E' una squadra compatta fuori e dentro il campo, abbina grande quantità a pregevole qualità tecniche, corsa e piedi; è anche poliedrica per la capacità di adattarsi e vincere con più moduli, tutto l'attaco è andato in gol almeno una volta, e hanno segnato anche tre difensori a confrma delle qualità che possiede anche dietro ( Grosso docet ).

Della Francia non si sa più di tanto. Il ct Domenech arriva a sorpresa in finale con scelte tecniche impopolari ma che finora non hanno avuto conseguenze negative.
Il leader resta Zidane, a cui si affidano tutti, insieme ad Henry Vieira e Thuram. La "vecchia guardia" guida lo spogliatoio ormai composto per oltre 2/3 da Franco-africani. La sudditanza verso Henry del Ct ha portato addirittura alla recidiva esclusione forzata di David Trezeguet, non certo uno da panchina. Molte le esclusioni eccellenti, da Revèillere a Mexes, e a centrocampo di Pires, non al culmine pur sempre un ottimo giocatore, e soprattutto Johan Micoud, trascinatore del Werder Brema tra i miglior in Bundesliga. Tutti francesi puri non a caso, rimpiazzati da giocatori meno conosciuti e forse meno dotati, cominciamdo da Chimbonda e fino ad Abidal, sempre titolare. Tutti africani non a caso, vista la ormai consueta politica del Ct a creare un forte nucleo di "coloni". Stupisce anche la politica della Federazione francese di naturalizzare massicciamente colored di paesi di lingua francese e non per cooptarli a difesa della loro "patria " presunta. Certo i premi per loro sono sicuramente preferibili a quelli che le selezioni dei loro reali paesi possono offrire e di questo passo se ne potrebbe trarre qualche conclusione.

La questione è che i giocatori "francesi" sarebbero galletti a tutti gli effetti se fossero nati in Francia ma non se nati in Africa. Quando si dice il senso di appartenenza alla nazione......
Così domenica l'Italia affronterà una variegata formazione composta da giocatori nati a Dakar (Senegal) Pointe-à-Pitre (Guadalupa) Kinshasa (Congo) Douala (Camerun) o Cayenne ( Guyana) per citare dove sono nati elementi cardine della squadra. Più che Italia-Francia, sembrerebbe Italia-Africa All Stars. Se le motivazioni dgli atleti si possono dedurre, nutrendo più di un dubbio sulla loro moralità, lascia perplessi il pensiero di Ct e dirigenti che per oscure ragioni lasciano fuori dei Francesi che sono anche migliori giocatori per "non francesi".
Ci si chiede quanto sia nei limiti del lecito tutto ciò, e se poi aggiungiamo che Zidane è mezzo algerino, che Trezeguet è quasi tutto argentino, e che il buon Djorkaeff era tutto maghrebino vorremo scoprire cosa avrebbe vinto la Francia in quel Mondiale 1998 e quell'Europeo 2000.
J.P.P