Donadoni: "Non mi dimetto"
Non e' nel suo stile, lo aveva in parte gia' anticipato: non sara' il capitano ad abbandonare la nave appena affondata. Roberto Donadoni aspettera' che squilli il telefono e poi accettera' le conseguenze di cio' che gli verra' comunicato. La volonta' espressa, ribadita, fortemente anche, e' quella di restare alla guida della Nazionale. Ritiene di aver condotto un lavoro buono al quale e' mancato quel qualcosa per renderlo ottimo. Un rigore per la precisione. Il ct e' tornato a parlare della sconfitta e del suo futuro, due fasi evidentemente interconnesse tra loro: 'Non ho mai pensato di dimettermi - ha detto - Non sara' una gara persa ai rigori a farmi cambiare idea su quanto si e' fatto, altrimenti sarei uno stupido'. Ed ancora: 'Ho fatto tutto con grande serenita' e impegno - ha spiegato - Se avessimo vinto oggi saremmo stati tutti bravi e forti. Io sono tranquillo, vedremo nei prossimi giorni, si parlera' e si valutera' la cosa, ma questa situazione non mi preoccupa'.
Eppure un colloquio, a colazione, con il presidente della Figc Giancarlo Abete c'e' stato. 'A lui ho detto semplicemente di essere felice di aver vissuto questi due anni - ha ripreso ancora Donadoni in una frase che suona come un commiato - Ho un rapporto umano con lui e non mi piace sponsorizzare nessuno, nemmeno me stesso. Quello che ho fatto e' sotto gli occhi di tutti e rispetto il ruolo di chi deve decidere'.
Ancora una volta un atteggiamento un po' dimesso ma che mostra una tranquillita' d'animo difficile da conservare dopo un ko che brucia. All'inizio dell'avventura azzurra Donadoni sapeva che il suo lavoro, e non solo quello, ma soprattutto il risultato finale, sarebbe stato paragonato a quello di Lippi ed ha accettato una panchina scomoda mostrando tranquillita'. Quella stessa che oggi potrebbe accompagnarlo fuori dalla porta di Casa Italia, con tanto di doveroso ringraziamento.
Fonte: Datasport
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