Senza far rumore
E' stata una parentesi, solo una parentesi, che avrà diviso in due fasi il regno di Marcello Lippi come Commissario Tecnico della Nazionale italiana. Roberto Donadoni termina il suo mandato in meno di due anni senza infamia e senza lode.
A mente fredda e delusione smaltita, si può affermare con certezza che i risultati modesti raccolti dagli azzurri sono stati, e' vero, anche frutto di alcune sue scelte sbagliate, sia nella scelta dei singoli uomini sia nell'impiego delle risorse. Ora, però, non si possono addossare totalmente le colpe solamente su di lui. Gli uomini sbagliano, sia in panchina che sul campo. Quando si perde, lo fanno tutti, ma paga sempre solo uno che non gioca. Sono stati pochissimi quelli che hanno difeso Donadoni dall'inizio alla fine: non l'ha fatto la Federazione che l'ha voluto, non l'hanno fatto i colleghi, non l'ha fatto nemmeno un giornalista.
Poi, si sa. Ogni giornalista italiano in passato ha giocato ad alti livelli, ha allenato, ha visto migliaia di partite da consumato uomo di calcio e quindi esprime il proprio parere con tutta la competenza di questo mondo. E vedete che lo fa in modo garbato e rispettoso. Figuriamoci.
E' vero. Anche questa redazione si e' espressa in maniera critica su Donadoni. Ma l'ha fatto, a caldo, dopo una scoppola severa (3-0) nell'esordio all'Europeo da Campioni del Mondo. Non ha atteso al varco, alla prima sconfitta in un'inutile amichevole, per denigrarlo ed invitarlo ad andarsene.
Il compito di Donadoni era molto arduo. Senza valide alternative, ha dovuto puntare su giocatori per la maggior parte appagati dal trionfo di Berlino, invecchiati e scettici su un uomo giovane che sostituiva un duro che si sa far voler bene: Marcello Lippi, allenatore come ne trovi uno su un milione.
Nesta e Totti se ne vanno, Cannavaro non può giocare, Toni non segna e Zambrotta regala un gol alla Romania: cari italiani vi sembra possibile vincere un Europeo? Infatti l'Italia c'e' riuscita una volta sola, giocando in casa, con un lancio di monetina a favore ed una finale ripetuta. E se poi ti tocca come avversario la Spagna più bella che si ricordi e nonostante ciò ci battono solo ai rigori......
E' stato Panucci, uomo di Donadoni, a portarci a Zurigo con il gol di testa alla Scozia che ha permesso di violare Hampden Park, una fortezza.E Lippi, che gli preferiva Zaccardo. Tutti sbagliano, signori. Donadoni non doveva essere crocifisso in quel modo. Aveva poca esperienza, dicono, eppure vive il calcio professionistico da 25 anni. Lo stesso discorso non valeva per Klinsmann a Berlino 2006, e non vale ora per Loew, suo sostituto? Arrigo Sacchi aveva vinto tutto col Milan, in azzurro fallì tenuto a galla ai Mondiali Usa solo da un Baggio fantastico.
L'Italia e' un paese così: non farai mai il senatore o il primario di medicina se non hai 60 anni, da avvocato la prima causa forse ai 30, il genitore non prima dei 33-34. Sei sempre troppo giovane per rivestire gli incarichi.
Nonostante tutte le critiche, le calunnie, gli attacchi personali, Roberto Donadoni ha risposto con rispetto, con cortesia, con tatto. E quando Abete l'ha buttato fuori bruscamente, ha rinunciato anche alla ricca buonuscita. Ai soldi, che non li rifiuta nessuno. L'allenatore migliorerà, ma l'uomo merita. A Lippi tanti auguri, per l'uomo Donadoni tanto di cappello.
Pa.Ch.
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