Home Calciatori e Club Notizie calcio Allenatori Arbitri Campioni Marcatori Albo d'oro Contatti
 ITALIA
  Serie A
  Serie B
  Serie C - A
  Serie C - B
  Serie C - C
  Serie D
  Primavera 1
  Primavera 2A
  Primavera 2B
  Eccellenza Emilia Romagna A
  Eccellenza Emilia Romagna B
  Eccellenza Liguria
  Eccellenza Lombardia A
  Eccellenza Lombardia B
  Eccellenza Lombardia C
  Eccellenza Marche
  Eccellenza Abruzzo
  Eccellenza Puglia
  Eccellenza Calabria
  Eccellenza Toscana A
  Eccellenza Toscana B
  30/06/2008 - CALCIO - MERCATO


Knezevic-Juve, contratto nella notte. Cairo furioso

Questa mattina le visite mediche e poi la presentazione del giocatore a Vinovo

Dario Knezevic è della Juve. L’accordo è stato firmato venti minuti dopo la mezzanotte. Il difensore croato viene dato dal Livorno in prestito per 700 milioni (invece dei 500 offerti), ma la società bianconera avrà il diritto di riscatto (1,5 milioni).

I dirigenti delle due squadre hanno cenato insieme da «Urbani», ristorante nel centro di Torino. Per la Juve c’era il direttore sportivo Alessio Secco, per il Livorno il direttore generale Elio Signorelli. Dopo aver visto la finale degli Europei tra Spagna e Francia, i due si sono trasferiti all’hotel Principi di Piemonte, dove li attendeva il procuratore del giocatore. Alle 23,15, è arrivato anche Knezevic in compagnia della moglie, con indosso una camicia a scacchi bianchi e neri che già lasciava presagire le sue intenzioni. Presenti tutte le parti, l’intesa è stata trovata in fretta.

In mattinata ci saranno le visite mediche, nel pomeriggio a Vinovo la presentazione ufficiale. Finisce così il braccio di ferro con il Toro, che aveva già raggiunto un’intesa con il presidente Spinelli e che è stato scavalcato. Da semplice trattativa per un onesto difensore del retrocesso Livorno, l’affare Knezevic si è evoluto in guerra di mercato. Ognuno ha fatto la propria strada per aggiudicarsi il croato, entrambe hanno dichiarato di avere in mano il centrale.

Una situazione intricata e scappata di mano nell’ultima settimana. La Juve era già sicura di aver ottenuto il croato in prestito, fissando un riscatto della metà a 1,75 milioni di euro. La richiesta di verifica medica (in questo caso mai così fondamentale, visto l’infortunio patito dal giocatore agli Europei) ha rallentato l’affare e permesso al Toro di inserirsi. Spinelli non voleva svendere il difensore e i granata erano interessati. Il Livorno di fatto ha aperto un’asta che ha infastidito la Juve, trovatasi sorpassata su un affare minore dai cugini del Torino. La vicenda Flamini ha lasciato ferite profonde e così, anche solo per una questione d’orgoglio, i bianconeri non hanno voluto mollare la presa per quello che nei programmi sarà il quarto centrale a disposizione di Ranieri.

Le parti hanno giocato una partita a poker. Il Toro aveva già trovato l’accordo con il Livorno per la cessione e quindi voleva trattare direttamente con il giocatore. E non potendo fissare una visita medica, i granata hanno lavorato per far saltare quella della Juve. Nella notte si è avuto il responso della piccola battaglia per Knezevic, dopo questa serie di spionaggi e controspionaggi. Quasi come in un film di James Bond, dove tutto vale per fermare l’avversario e aggiudicarsi prima di tutti il tesoro conteso. Anche se Dario Knezevic non ha proprio il valore e la fisionomia di un raro diamante o di un quadro di Picasso, ma per Juve e Toro è stato una questione d’onore. L’hanno spuntata i bianconeri. Per i granata una beffa ancora più amara di quella che in gennaio li vide perdere in extremis Rolando Bianchi, l’attaccante che preferì la Lazio e disse sì a Lotito dopo aver stretto la mano a Cairo.


IL PRESIDENTE GRANATA ALL'ATTACCO
Cairo su Knezevic: "Un giocatore non si può cedere due volte"
«Spinelli aveva un accordo con me, lo depositerò in Lega. Poi vedremo»

Bruciato nella notte, Urbano Cairo è furioso. Knezevic ha trovato l’accordo con la Juve, e questo si sapeva, ma quello che ha fatto saltare il banco è stata l’improvvisa intesa tra la società bianconera e il Livorno. In un ristorante torinese, il contratto firmato due giorni fa da Spinelli e il presidente del Torino è diventato carta straccia; l’accordo da un milione e mezzo di euro con cui la società granata aveva acquistato la metà del difensore croato un pugno nello stomaco di Cairo che invano ha cercato di mettersi in contatto col direttore generale del Livorno Signorelli, ambasciatore di Spinelli al tavolo bianconero. «Non si può vendere un giocatore due volte. Se fosse così domani mattina - oggi - mando tutto in Lega e vediamo che cosa succede. Ancora ieri, a tarda sera ho sentito Spinelli, ho capito che tirava un’aria strana ma lui, seppur con qualche discorso fumoso, mi aveva rassicurato». Per portare Kzenevic al Toro Cairo doveva ancora affrontare il discorso con il giocatore, «ma l’accordo con Spinelli risale a sabato, mica a un mese fa. Che ci fosse la concorrenza della Juve era noto, che bisogno c’era allora di firmare quel documento con me?». E poi, ancora: «Se io vendo la stessa casa due volte, qualcuno potrebbe anche denunciarmi per truffa. Non credo si possa fare».

Il Toro era convinto di avere in mano Knezevic, ma si è capito subito che acquistare il croato del Livorno sarebbe stato per Urbano Cairo più complicato che portare a casa un centravanti da 15 gol. Perché se c’era un giocatore intorno a cui incagliarsi, ecco, questi non doveva essere Knezevic. Centrale, mancino: era lui il primo obiettivo voluto da De Biasi per la difesa. Acquistarlo, sembrava facile visti anche i rapporti amicali tra Spinelli e Cairo.

E invece. La trattativa, abbozzata dal presidente prima ancora dell’arrivo del nuovo ds Pederzoli, era decollata quando Cairo e Spinelli avevano messo le rispettive firme sotto l’atto di cessione, ma perchè il contratto fosse valido serviva un terzo autografo: quello del giocatore. Finito invece su un altro foglio, intestato alla Juventus Football Club.

Un milione e mezzo per la metà del difensore croato è stata l’offerta, (accettata da Spinelli) di Cairo; un prestito semplice sembrava la prima opzione scelta dalla Juventus. Snobbata da Spinelli, aveva comunque indispettito Cairo: «Ma come, mi avete attaccato perchè ero quello che faceva il mercato coi prestiti e adesso che cosa mi tocca vedere? Che io porto i soldi e che una società come la Juve, dalle enormi capacità economiche, invece vuole un giocatore senza tirare fuori un euro. Quantomeno mi viene da sorridere...».

Far di Knezevic lo snodo del mercato è come trasformare un palloncino in una mongolfiera, ma è chiaro che a questo punto nell’affare siano entrati anche i cromosomi di una sfida cittadina. Nonostante l’apparente distacco di Cairo («è una normale trattativa di mercato, quasi mi spiace che dall’altra parte ci sia la Juve». Appunto, quasi), sul croato, peraltro tutto da verificare in campo, il Toro si è giocato la prima apertura di credito sul mercato. «Di Spinelli mi fido» è stato lo scudo sotto il quale Cairo pensava di potersi riparare. Tanto che, ancora ieri, mattina il presidente del Livorno aveva tranquilizzato Cairo con un paio di telefonate: «Non permetterò a Kzenevic di sostenere le visite mediche per la Juventus». Rassicurato da Spinelli (fino a prova contraria, puntualmemte verficatasi) Cairo aveva deciso di schiacciare l’acceleratore sulla trattativa e definito l’offerta da sottoporre al croato: seicentomila euro per tre anni o cinquecentomila per quattro, ecco le due opzioni.

Ieri sera la svolta. «Knezevic giocherà in una delle prime quattro squadre del campionato» aveva detto Spinelli a Secco. Prima di cedere a Cairo la metà del difensore, vietare le visite mediche, fare marcia indietro e consegnare il difensore croato alla Juventus. Signori, il mercato.



(La Stampa)