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  10/09/2008 - PARLA ZENGA, IL GRANDE EX


"Inter ti devo battere!"

Non si è mai nascosto dietro un dito: «Per me Inter-Catania è una partita particolare. Per tornare in Italia ho impiegato 10 anni e tutti gli sta­di mi ricordano qualcosa. Però San Siro, l’Inter so­no ventidue anni della mia vita». Bisogna capirlo, Walter Zenga. L’Inter è parte della sua storia ma lui è parte della storia dell’Inter. E’ quasi un rapporto di altri tempi, vero, sincero, che non finisce a pesci in faccia (come spesso capita nel calcio) perché si basa su motivazioni profonde, irrobustite dal tempo. Sabato si ritroveranno, lui con qualche capello in meno e l’Inter con qualche scudetto in più. Si ritro­veranno senza rancori o malumori perché questa storia non è fatta di tradimenti e di promesse man­cate. Fa caldo a Massannunziata e caldo è anche il suo racconto.

Quando ha sentito l’ultima volta Moratti?
«L’ho sentito ma non dico quando. Dico sol­tanto che ho un grande rammarico. Sono an­dato via dall’Inter sei mesi prima del suo ar­rivo, avevo pure un anno di contratto. Non è mai stato il mio presidente, ma per me è il Presidente».

Come pensa che l’accoglieranno i tifosi questa volta?
«Alla festa del Centenario l’accoglienza fu notevole come solo i ragazzi della Nord san­no fare. Poi, però, comincerà la partita: loro sosterranno l’Inter e io proverò a guidare la mia squadra verso un risultato positivo».

Che idea si è fatto di Mourinho?
«Ma perché chiedete sempre di Mourinho? Io non credo sia carino nei suoi confronti. Ma perché non andate da lui e gli chiedete cosa pensa degli allenatori italiani? Mourinho ha vinto tutto, è un grande allenatore e sono ve­ramente l’ultima persona che può esprimere giudizi su di lui».

Dovesse dividere il suo cuore, in che per­centuale è nerazzurro e in che percentuale è azzurro?
«Il mio cuore è per la mia famiglia, per mia moglie, per mio figlio Jacopo che ha esordito domenica e segnato un gol, per il più piccolo che fa il portiere, per quello di mezzo che non so se vuole giocare al calcio. Poi se parliamo di pallone, allora l’Inter è la mia squadra e la maglia azzurra la cosa più grande e bella che possa capitare a un calciatore».

(corrieredellosport.it)