"Inter ti devo battere!"
Non si è mai nascosto dietro un dito: «Per me Inter-Catania è una partita particolare. Per tornare in Italia ho impiegato 10 anni e tutti gli stadi mi ricordano qualcosa. Però San Siro, l’Inter sono ventidue anni della mia vita». Bisogna capirlo, Walter Zenga. L’Inter è parte della sua storia ma lui è parte della storia dell’Inter. E’ quasi un rapporto di altri tempi, vero, sincero, che non finisce a pesci in faccia (come spesso capita nel calcio) perché si basa su motivazioni profonde, irrobustite dal tempo. Sabato si ritroveranno, lui con qualche capello in meno e l’Inter con qualche scudetto in più. Si ritroveranno senza rancori o malumori perché questa storia non è fatta di tradimenti e di promesse mancate. Fa caldo a Massannunziata e caldo è anche il suo racconto.
Quando ha sentito l’ultima volta Moratti?
«L’ho sentito ma non dico quando. Dico soltanto che ho un grande rammarico. Sono andato via dall’Inter sei mesi prima del suo arrivo, avevo pure un anno di contratto. Non è mai stato il mio presidente, ma per me è il Presidente».
Come pensa che l’accoglieranno i tifosi questa volta?
«Alla festa del Centenario l’accoglienza fu notevole come solo i ragazzi della Nord sanno fare. Poi, però, comincerà la partita: loro sosterranno l’Inter e io proverò a guidare la mia squadra verso un risultato positivo».
Che idea si è fatto di Mourinho?
«Ma perché chiedete sempre di Mourinho? Io non credo sia carino nei suoi confronti. Ma perché non andate da lui e gli chiedete cosa pensa degli allenatori italiani? Mourinho ha vinto tutto, è un grande allenatore e sono veramente l’ultima persona che può esprimere giudizi su di lui».
Dovesse dividere il suo cuore, in che percentuale è nerazzurro e in che percentuale è azzurro?
«Il mio cuore è per la mia famiglia, per mia moglie, per mio figlio Jacopo che ha esordito domenica e segnato un gol, per il più piccolo che fa il portiere, per quello di mezzo che non so se vuole giocare al calcio. Poi se parliamo di pallone, allora l’Inter è la mia squadra e la maglia azzurra la cosa più grande e bella che possa capitare a un calciatore».
(corrieredellosport.it)
|