Lazio, momento magico
Euforia Lazio. Cinque anni dopo in vetta alla classifica. E con pensieri stupendi, perché giocare senza troppe pressioni è un bel vantaggio. Altri allenatori sono costretti a inseguire con il fiatone scudetto e Champions League, non Delio Rossi, che potrà tentare l’assalto a San Siro misurando lo spessore della squadra biancoceleste e pensando solo a divertirsi. Da Cassano a Ronaldinho, il sogno biancoceleste continua. «Sono curioso di scoprire il comportamento della Lazio in un palcoscenico come San Siro. Il Milan ha orgoglio smisurato e tanti campioni, ma noi andremo a giocarcela» ha raccontato domenica pomeriggio l’allenatore romagnolo, convinto soprattutto dal gioco intravisto nelle prime due giornate, non solo dai risultati.
QUALITÀ - Sta nascendo una Lazio spregiudicata e sbarazzina, piena di qualità nel tridente offensivo, che spesso potrà cambiare per adattarsi al tema tattico della partita. Pandev ha raggiunto una continuità che lo colloca tra i primi attaccanti d’Europa. La prodezza di Zarate, quasi un colpo alla Maradona, ha abbagliato l’Olimpico dopo la doppietta realizzata all’esordio di Cagliari. E domenica, dal punto di vista tattico, ha fatto la differenza anche Mauri, nel ruolo di finto centravanti, rilanciato da Rossi e tornato quasi ai livelli di rendimento di due anni fa.
AMBIENTE - «Battiamoli» non lo ha detto nessuno, forse soltanto i tifosi, che sono tornati a popolare l’Olimpico. Quasi 25 mila abbonati, 9.800 paganti con la Sampdoria. E la Curva Nord pronta a cantare: «Tutti a Milano». Quel vecchio caro grido di una volta, quando si cominciava a pensare alla prossima trasferta un minuto dopo la fine della partita. L’ambiente, quest’anno come non succedeva da tempo, potrebbe trascinare la Lazio. Magari Ronaldinho, Pato, Kakà e il resto della banda rossonera torneranno da scudetto proprio domenica sera. Ma Rossi parte da una certezza: riuscirà a giocarsela. E lo spirito per tentare l’impresa c’è.
Fonte: Corrieredellosport.it
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