Genoa-Roma, il derby di Sebino
Chi meglio di Sebino Nela poteva raccontarci le emozioni di Genoa-Roma. L'ex terzino ha indossato le maglie di entrambe le squadre. Nato a Rapallo, in provincia di Genova, ha esordito con la maglia del Grifo per poi trasferirsi in giallorosso. Nela, a Romanews.eu, ha raccontato dei suoi esordi, "Mi ha scoperto Perinetti, che poi ha detto a Liedholm di andarmi a vedere", del Genoa-Roma che ricorda di più, "Quando vincemmo lo scudetto grazie a quel pareggio" e della partita che attenderà la Roma a Marassi.
Domani sera si giocherà Genoa-Roma. Che gara si aspetta?
“Dalla Roma mi aspetto continuità. Una ripresa definitiva dopo un inizio un po’ incerto. La partita è interessante. Il Genoa è una squadra che gioca bene a calcio e sta bene. Già l’anno scorso ha creato delle difficoltà alla Roma, che poi è riuscita a vincere grazie a un gol di Panucci all’ultimo minuto. Sarà una gara importante e delicata. E’ una trasferta molto insidiosa per la Roma”.
E’ una Roma guarita dopo la vittoria con la Reggina?
“Non si può dire se è guarita. E’ stata una partita vinta, è andata bene. Io ho sempre detto che quando passi questi momenti - e nella mia lunga carriera ne ho vissuti molti - ci vuole un pizzico di fortuna. Per la Roma aver trovato il gol alla fine del primo tempo è stata una grande cosa. Adesso bisogna far passare questa trasferta di Genova per vedere se questo periodo nero è passato”.
Dunque sarà un test probante quello di domani?
“Sarà una gara molto insidiosa. Il Genoa l’anno scorso ha fatto un buonissimo campionato, alla pari del Napoli. Abbiamo visto anche quest’anno come si sta comportando. Queste sono squadre molto pericolose e difficili da incontrare”.
Come si spiega la grande differenza tra le prestazioni del Genoa in casa e quelle in trasferta? E’ solo una questione di pubblico?
“E’ chiaro che in casa c’è un altro ambiente, è particolare. Di solito queste squadre fanno il loro campionato proprio in casa. Io ho visto anche la partita del Genoa a Palermo. E’ una squadra che se non è aggressiva va in difficoltà, perché è ancora una squadra piuttosto giovane che manca un po’ in esperienza. C’è una differenza a livello tecnico con la Roma. Ma in casa se il Genoa gioca con aggressività ti può creare molti problemi”.
Da ex di entrambe le squadre, c’è un Genoa-Roma che ricorda in particolar modo?
“La partita simbolo è stata Genoa-Roma (1-1, 8 maggio 1983) quando abbiamo vinto lo scudetto del 1983. E’ stata una giornata storica per noi. In quella giornata il Genoa con un punto si salvava e noi con un punto avremmo vinto lo scudetto. Quella è la partita che ricordo con maggior piacere”.
Ci racconti come avvenne il suo trasferimento dal Genoa alla Roma.
“Avvenne molto all’improvviso. Potevo pensare a tutte le squadre ma non alla Roma. Anche se sapevo che un paio di volte era venuto Nils Liedholm a vedermi su segnalazione di Giorgio Perinetti. Non avrei mai pensato alla Roma, anche perché c’erano altre squadre in serie A che mi avevano adocchiato. Mi ricordo che mi chiamò il presidente del Genoa e mi disse: “Ti ho venduto alla Roma”. Rimasi molto sorpreso. Possiamo dire che mi ha scoperto Perinetti che poi parlò con Liedholm e gli disse di andarmi a vedere. Poi mi osservò e decise di prendermi”.
Domani per chi farà il tifo?
“Domani farò la telecronaca della partita e non mi potrò permettere il lusso di tifare. Se fosse per me darei tre punti a tutte e due le squadre, ma questo non è possibile. Per cui se la giocassero e vinca chi meriterà di più. A Genova ci sono nato, poi stiamo parlando della prima maglia del campionato italiano di calcio. E’ una maglia di una pesantezza indescrivibile per la tradizione di questa società. E’ un’esperienza difficile da dimenticare. Poi però ho costruito tutta la mia carriera alla Roma e mi sono tolto grandi soddisfazioni. Non mi sbilancio, i sentimenti sono divisi. Vinca il migliore”.
Daniel Salcedo Mancini - Romanews.eu
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