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  27/09/2008 - PARLA ADRIANO


"Inter, così sono rinato.."

Basta discoteche, alcolici e allenamenti saltati. Adriano Leite Ribeiro si sente un giocatore rinato e ritrovato. Non è ancora al 100%, ma l’Imperatore è sulla strada giusta per tornare sul trono. Lo ha confermato con il gol in Champions al Panathinaikos e la bella prova di Torino. Adesso va a caccia di conferme nel derby, la partita nella quale sogna di «segnare di nuovo a San Siro dopo tanto tempo». L’attaccante brasiliano si è confessato alla Pinetina, tra un’ammissione di colpa («Ho commesso tanti errori») e un siparietto scherzoso con Maicon. «Ti sto aspettando. Dai andiamo...» gli ha detto l’esterno ex Monaco.

Adriano, si può dire che l’Im­peratore è tornato?
«No, ancora no, ma sono sul­la buona strada. L’infortunio che mi ha costretto a star fer­mo un mese non mi ha aiutato. Adesso comunque sto benissi­mo».

È corretto dire che l’Adriano at­tuale, rispetto ad un anno fa, è so­prattutto più forte di testa?
«Sì, è così. Ave­va ragione mia madre quando mi diceva che le esperienze del­la vita ti fanno imparare tantis­simo. Il momento buio che ho attraversato mi è servito per di­ventare uomo».

Allenamenti saltati, alcol, nottate in discoteca: qual è sta­to il suo errore più grande?
«Erano tutti errori, almeno per uno come me che fa il cal­ciatore professionista e deve avere una vita sana e normale. Io non la facevo. Fino ad un an­no fa non avevo più la voglia e la fiducia di giocare. Dopo che è morto mio padre ho mollato un po’, non sono più stato l’Adriano di prima. Mi sono perso, ero sempre giù di mora­le e la situazione peggiorava giorno dopo giorno».

E per dimenticare andava in discoteca e beveva.
«Sì, ma soprattutto stavo in discoteca fino alle 4 o alle 5 di mattina e poi non mi allenavo bene. Ora, vi giuro, non ho più voglia di andare a ballare. Non dico che non ci an­drò mai più perché magari dopo una partita con gli ami­ci posso anche far­ci un salto, ma non farò più l’alba. Sot­to quest’aspetto nella mia vita cre­do di far già fatto tanto e di essermi divertito a suffi­cienza. Ora sono un professionista al 100%».

Fonte: Corrieredellosport.it