Attacco a Ranieri
Beretta che forse «ha paura di parlare con i colleghi», il calcio italiano che si preoccupa solo «di piccole cose che non significano niente», Ranieri che in Inghilterra ha avuto bisogno di 5 anni per «imparare good afternoon e good morning». Ecco la risposta di José Mourinho alla critiche piovutegli addosso in settimana per non aver parlato in conferenza prima e dopo la partita con il Lecce, lasciando spazio a Beppe Baresi: «Non ho sentito bene che critiche sono state», ha cominciato il portoghese.
SU BERETTA - Poi il primo affondo, a Beretta, che gli rimproverato mancanza di rispetto nella scelta di non presentarsi ai giornalisti mercoledì sera: «Beretta ha parlato con me allo stadio - ha ricordato Mourinho - e non mi ha detto niente. Se dopo ha detto qualcosa alla stampa a me non l'ha detta. Forse ha bisogno di lavorare un po' sulla personalità. Ha paura di parlare con i colleghi e poi parla alla stampa? È un po' strano per me».
SUL CONFRONTO TV - Altro "caso", quello per l'auricolare tolto in tv quando in collegamento è arrivato Ranieri. Voluto o casuale?: «Io non ho visto nessuno - ha spiegato lo "Special One" - ma al di là di questo mi sembra che gli italiani non sono tanto innamorati di calcio come io pensavo, sono innamorati più dello show televisivo. Vedo tutti preoccupati di piccole cose, che nello spettacolo calcio non significano niente, e nessuno preoccupato per uno sport che è importante nel mondo. Nessuno si preoccupa per il fatto che il calcio italiano è considerato un prodotto molto piccolo fuori dall'Italia, non paragonabile alla Premier League. Il Lecce mercoledì ha giocato con 3 portieri e 8 difensori eppure a fine gara tutti si sono preoccupati sul perchè a parlare con la stampa è venuto Baresi. Questo è il nostro mondo, che io ho scelto. La decisione di venire in Italia è stata mia, ma pensavo che l'Italia avesse più passione per il calcio e meno per tutto quello che c'è intorno. Non mi sono pentito comunque di essere venuto in Italia, assolutamente».
SU RANIERI - E ancora: «Qui c'è un allenatore che in due mesi ha studiato italiano 4-5 ore al giorno per arrivare in un paese nuovo e parlare con i giornalisti e con i tifosi, un allenatore che ha imparato a parlare in maniera sufficiente con i tifosi, con i giornalisti. E questa è una mancanza di rispetto? Negli ultimi anni mi è capitato di mandare i miei collaboratori 21 volte in conferenza e solo negli ultimi giorni si è parlato di mancanza di rispetto». Poi l'affondo a Ranieri: «Per Ranieri è stato difficile imparare dopo 5 anni good afternoon e good morning e poi proprio lui viene a dire certe? Solo Moratti mi può dire che Baresi non ha lo status per rappresentare la società, non un altro allenatore o un giornalista in tv. Se Moratti me lo dice allora parlo sempre io. Ma io prima di arrivare all'Inter ho indicato in un documento quali collaboratori volevo, con quali funzioni, e in quel documento c'è scritto che una delle ragioni per cui voglio una persona con un determinato profilo, con una storia nel club, è per avere qualcuno che possa rappresentarmi con dignità, con status, con classe davanti alla stampa e ai tifosi. Il problema è che qui non è stato rispettato Giuseppe Baresi».
SUL DERBY - «Mi aspetto una partita normale. Nel derby non c'è la squadra più forte: generalmente, chi vive il momento più negativo tante volte vince. Meglio che il Milan abbia vinto nelle ultime partite perché così arriviamo alla sfida alla pari psicologicamente». Così l'allenatore dell'Inter Mourinho presenta l'atteso derby di domani. Il tecnico portoghese poi ricorda che «dopo la gara di domani saremo comunque davanti al Milan. Siamo pronti a giocare una grande partita. La formazione? Non ve la do».
Francesco Tanilli (corrieredellosport.it)
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