L'Udinese passa ai rigori
Alla fine il dischetto fa giustizia. Perché lì, ai rigori, ci sono le prodezze di Handanovic che ne para due, c'è l'errore di Domizzi (fino a quel momento uno dei migliori in campo) ma anche la freddezza di Lukovic al momento decisivo. Ma il premio è meritato dagli uomini di Marino che, partiti male, sono via via cresciuti arrivando a dominare nei supplementari, mostrandosi più forti non solo del Borussia Dortmund, ma anche dei torti arbitrali. Dunque la fase ai gironi di coppa Uefa è conquistata senza rubare nulla.
LA SFURIATA - L'Udinese l'aveva probabilmente messa in conto, eppure la sfuriata iniziale dei tedeschi la soprende un po'. Nei primi minuti il Dortmund va alla conclusione un paio di volte, e nel secondo caso in particolare impegna seriamente Handanovic con Frei, che costringe il bianconero a volare per respingere. Poi però la foga degli avversari cala, ed è lì che l'Udinese potrebbe osare di più di quanto fa. Certo, ci sono le folate sulla destra di Pepe, che in un paio di occasioni prova anche il diagonale, senza peraltro impensierire più di tanto il portiere; c'è Di Natale che a tratti dà qualche assaggio della sua classe; e c'è soprattutto Ferronetti, che di testa arriva veramente a un passo dal gol, negatogli da un difensore che respinge poco davanti alla linea. Ma è un po' poco, perché sull'altro fronte c'è sempre il rischio che accada qualcosa: rischio che si avvera nel finale di tempo, quando Hajnal innesca l'errore di Handanovic su un tiro non imparabile e manda la sua squadra negli spogliatoi in vantaggio anche se forse non con grande merito.
LA RIPRESA - Il Dortmund riparte con una sfuriata simile a quella di inizio primo tempo, e regala ad Handanovic la possibilità di riscattarsi dall'errore che è costato il gol: nel giro di pochi secondi, al 4', il portiere salva il risultato con due prodezze. Ma, come nel primo tempo, dopo un po' l'Udinese inizia a guadagnare campo, e anche a produrre qualche occasione, come quella costruita da Pepe sul cui difficile tiro-cross Di Natale da pochi passi riesce solo ad alzare sopra la traversa. La partita si fa equilibrata, e a quel punto i due tecnici calano gli assi: Quagliarella da una parte, Valdez dall'altra. Il punteggio però non si smuove, e allora i tedeschi danno fondo ai cambi per pompare energie fresche. L'Udinese peraltro acquista via via sicurezza, gioca la palla invece di limitarsi a contenere e l'impressione è sempre che, se volesse forzare, il gol arriverebbe. Ed è qui la colpa dei bianconeri, perché la beffa è sempre dietro l'angolo: eccola puntuale, al 47', quando un rimpallo dà a Hajnal l'assist giusto per il gol. E si va ai supplementari.
I SUPPLEMENTARI - L'Udinese ricomincia per nulla abbattuta del colpo, anzi è sicuramente tra le due la squadra che ci prova di più. Può anche recriminare per un rigore non dato, con Sanchez, il bianconero atterrato con un pestone, a beccarsi il giallo per simulazione (errore arbitrale che si aggiunge al fallaccio non punito di Weidenfeller, che colpisce Floro Flores a palla lontana). Poi è un crescendo friulano: Quagliarella sfiora il gol due volte con altrettanti pallonetti, Pepe con un gran diagonale su cui il portiere si supera. Ma la generosità dell'Udinese, decisamente superiore a quella degli avversari, non è premiata: si va ai rigori.
Pier Luigi Todisco - Gazzetta.it
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