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  28/10/2008 - FLOP DI MERCATO?


Chi finora ha deluso

Dodici milioni per Vargas, ventiquattro per Quaresma e saranno quindici per Shevchenko se il Milan lo riscatterà per la prossima stagione, dopo averlo avuto in prestito l’estate scorsa. Cinquantun milioni di euro che per ora non fruttano. Per ragioni diverse il peruviano, il portoghese e l’ucraino non sono riusciti finora a rendere secondo le attese. Tutt’e tre hanno però ‘padri’ importanti, che li stanno sorreggendo nel momento di difficoltà: Vargas è arrivato a Firenze per espresso volere di Prandelli; Quaresma è diventato interista dopo un incessante battage promozionale di Mourinho, in continuo contatto con Jorge Mendes, procuratore suo e del giocatore; Shevchenko è tornato a casa perchè Berlusconi in persona ha convinto Abramovich.

Ora però tocca a loro. Vargas è affondato a Monaco contro il Bayern e ha dato segnali di ripresa a Palermo. Sta pagando il passaggio da una piccola (Catania) a una grande (la Fiorentina è in Champions), da una posizione di privilegio (era indiscusso in Sicilia) ad un’altra in cui è sempre sotto esame, e non è aiutato nemmeno da una buona condizione fisica. Appena avrà portato a termine il processo di ambientamento, Vargas diventerà un giocatore fondamentale per la Fiorentina, l’ultima bocca di fuoco di una squadra nata per attaccare.
Convince poco Quaresma che domenica, per la prima volta, è stato criticato anche dal suo connazionale Mourinho. Criticato in modo costruttivo: per il tecnico l’ex esterno del Porto ha giocato non bene, ma sempre per la squadra, non come hanno fatto Cruz, Obinna e Balotelli che andavano ciascuno per conto proprio. E’ l’aspetto tecnico che non sembra finora al livello dell’Inter: crossa male, raramente salta l’uomo ed esagera con quella trivela.

Per Sheva è una storia diversa. Sono due anni che si allena e non gioca. Londra lo ha ingrigito, gli ha fatto perdere lo smalto dei bei tempi milanisti. Quando è tornato a Milanello, la
condizione fisica e psicologica era vicina allo zero. E certo il ‘pieno’ di attaccanti non lo aiuta. Così come non lo aiuta il fatto che Ronaldinho sia già diventato il padrone di San Siro, che Borriello sia giustamente considerato l’attaccante ideale per tenere insieme la sqadra e che Inzaghi, alla prima occasione, abbia segnato in Europa. Oggi Shevchenko è l’ultimo nella classifica di Ancelotti. Tocca a lui rimettersi in moto.


Alberto Polverosi - Corrieredellosport.it