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  03/11/2008 - QUI' INTER


Mourinho: "Adriano? Se lui vuole tornerà.."

Josè Mourinho forse comincia a capire la diversità culturale del calcio italiano. La polemica sul crocefisso regalato al ragazzo disabile, quella sull'esclusione di Adriano, i litigi a distanza con i colleghi allenatori: forse è anche per questo che il tecnico dell'Inter, pur ripetendo che il nostro italiano non lo cambierà, comincia a italianizzarsi. A partire dalla decisione di non annunciare più la formazione. L'allenatore portoghese ne ha parlato a Nicosia, a margine della conferenza stampa alla vigilia di Anorthosis-Inter, match di Champions League in programma domani sera.

SULLA FORMAZIONE - "Sì, ho deciso di non darla più prima della partita per non essere male interpretato. Ho capito che qui si sarebbe potuto pensare che, dando la formazione, non mostravo rispetto per l'avversario..."

SUL CROCEFISSO - "Torno ancora sul fatto, poi non ne parlerò mai più. A Reggio, finita la partita, ho dato a un bambino un crocefisso che tenevo in tasca da quando avevo vinto la Champions. Per me voleva dire tanto, e l'ho dato a quel bambino. Subito sono stato attaccato, senza neanche il beneficio del dubbio: si è detto che gli avevo dato una moneta. Ecco... Se volete saperlo, questo è il mio modo di sentirmi in Italia".

SU ADRIANO - "Spero ancora che ci sia la possibilità per lui di fare qualcosa di importante per noi in Champions. Per domani sera lui non è stato convocato. Ma ci sono altre due gare, e io penso che voglia esserci. E se lo vuole, ci sarà".

SULLA REGGINA - "Per molti di voi critici avrei dovuto inserire dei difensori già dopo il 2-0 di Vieira, ma questo non è il mio calcio e come ho detto tante volte, l'Italia non mi cambierà, allora ho preferito giocare un modulo molto offensivo e alla fine se abbiamo vinto la partita, il motivo è stato propio questo quello di aver sempre cercato il successo dopo il loro 2-2".

SUGLI ARBITRI - "Io non sono un arbitro, non voglio esserlo. Gli arbitri in Italia hanno un leader, e che leader! Sono ben preparati, si allenano regolarmente, perciò penso che siamo in buone mani. Quello che a me interessa nel calcio, ed è la cosa di cui mi preoccupo, è che siamo tutti uguali, dobbiamo essere tutti uguali, grandi e piccoli. Se un'azione è fallo o non lo è, deve essere così per tutti, che lo faccia un giocatore rosso o nero o bianco: il metro di giudizio deve essere identico per tutti, grandi e piccoli".

SULL'ANORTHOSIS - "Sappiamo che, vincendo domani, saremo qualificati. E questo è il nostro primo obiettivo nel girone. La Champions è una competizione molto rischiosa, bisogna stare attenti a non commettere passi falsi e non complicarsi la vita, ma sappiamo cosa dobbiamo fare. Il nostro obiettivo è il primo posto. L'avversario è tosto, già nella gara d'andara si e preparata molo bene e ha saputo metterci in diffcoltà, quindi non ci aspettiamo una gara facile. Davanti ai suoi tifosi, l'Anorthosis ha sempre vinto, ha battutto avversari forti e quindi proverà a creare problemi anche a noi. Ma noi abbiamo l'obiettivo della vittoria e scendiamo in campo sempre per vincere".

gasport (gazzetta.it)